L’Inter riapre i giochi, Napoli battuto. Ora è a -4 dalla vetta e pensa al “bis scudetto”

Ma nel finale il Napoli rialza la testa. Dopo una magia balistica di Mertens (3-2), nel lunghissima recupero (8 minuti) la squadra di Spalletti sfiora il pareggio due volte: nella prima, Handanovic riesce a deviare sopra la traversa una inzuccata di Mario Rui. Poco dopo è lo stesso Mertens, tutto solo, a calciare alle stelle. Un finale col cuore in gola che premiando l’Inter certifica però il valore del Napoli, combattivo però solo a intermittenza.“Nel primo tempo ci è mancato il coraggio” ha infatti commentato con rabbia Spalletti, poco soddisfatto d’aver perso a San Siro con l’Inter.

La caduta del Milan

La tranvata del Milan a Firenze è stata pesante. Prendere quattro gol in quel modo, dopo 208 giorni di imbattibilità, può incidere nelle certezze dei rossoneri. Sia in termini di classifica, sia in autostima. A Firenze, oltre ai fantozziani errori della difesa (e non solo del portiere Tatarusanu, ma anche del frastornato Gabbia e del narciso Teo Hernandez), si è vista tanta presunzione e ben poca umiltà. Soprattutto nel primo tempo, quando i rossoneri si sono fatti sbranare da Vlahovic e soci. Dopo, sul tre a zero, hanno avuto la forza di riaprire la partita, ma era troppo tardi. Poi si indulge tanto sulla papera del portiere, ma anche lo stesso Ibrahimovic, peraltro autore di una doppietta nella ripresa, ha sciupato di testa nel primo tempo il gol del possibile 1-1. Forse, senza quel maldestro errore, le cose avrebbero preso un’altra piega. Male per una volta anche Pioli che si è fatto di nuovo mettere nel sacco dall’aggressività di Vincenzo Italiano, tecnico specializzato nel fare le scarpe ai rossoneri, messi sempre in fuori gioco dalla velocità dei viola, che con questo successo tengono il passo dello Juve. L’unico aspetto positivo del tonfo dei milanisti è che non hanno mai dato la sensazione di essere in disarmo o di aver perso il loro gioco brillante.

Il cinico Allegri gongola

Come se la ride, Allegri! Battere due a zero, con due rigori, la Lazio di Sarri è quanto di meglio il tecnico bianconero potesse auspicare. Al di là dei rimbalzi della classifica, quello che lo diverte è proprio la modalità, quasi beffarda. Come si dicesse: vieni pure avanti, caro professor Sarri, fammi il solletico con il tuo bel gioco che tanto piace alle anime belle che nulla capiscono di calcio. Alla fine di tutto quel movimento non è rimasto nulla, mentre noi, che siamo brutti e cattivi, di gol ne abbiamo fatti due. Su rigore, certo, Perchè i rigori non valgono? Se si battono bene… ciao professore alla prossima…

Che siamo vicini alla realtà, lo dimostra la rabbiosa reazione di Sarri sul primo rigore ai danni di Morata, un penalty evidente, come pure il secondo, giustamente concesso dal Var. Perdere con due rigori non fa certo piacere, ma la verità è che la Lazio ha girato a vuoto. Tanto fumo, nessun arrosto.

Fonte: Il Sole 24 Ore