Lusben (Azimut Benetti): refitting del Maltese Falcon da 10 milioni

Il gruppo nautico Azimut Benetti, primo produttore al mondo di megayacht e cantiere leader per gamma di modelli, spinge la divisione refit che opera (a Livorno, Viareggio e Varazze) col marchio Lusben, grazie a una commessa prestigiosa: il Maltese Falcon, una delle barche a vela più famose e più grandi che sia mai stata realizzata, gioiello di design e di tecnologia. Lunga 88 metri, tre alberi, Maltese Falcon è stato costruito nel 2006 per conto del magnate californiano Tom Perkins nei cantieri Perini di Viareggio, all’epoca in mano al fondatore Fabio Perini che ha inventato un rivoluzionario sistema automatico per il controllo del piano velico.

Refitting da 10 milioni

Ora il cantiere Lusben di Livorno ha concluso, dopo sette mesi di lavoro, il refitting del veliero che adesso è di proprietà di un armatore italiano. Il 1° giugno si è svolta la cerimonia di consegna della barca sulla banchina del cantiere livornese. La commessa, del valore di circa 10 milioni di euro, è destinata a portare prestigioso e immagine alla divisione Lusben, come spiega il direttore commerciale Gianni Paladino: «Maltese Falcon è la dimostrazione che possiamo fare interventi su grandi navi che, per le dimensioni, vanno lasciate in mare, e questo perché dall’anno scorso abbiamo la disponibilità di un nuovo bacino in concessione che può ospitarle. Questo primo progetto ci ha dato grande spinta a potenziare le infrastrutture per accogliere imbarcazioni delicate e con grande contenuto tecnologico».

Investimenti per 19 milioni

E infatti Lusben ha annunciato di recente un piano di investimento da 19 milioni di euro, di cui 12 milioni a Livorno, che sarà realizzato nei prossimi tre anni e che prevede rifacimento di banchine, ristrutturazione e ampliamento delle aree produttive, realizzazione di una lounge per gli equipaggi a Livorno. «Chiuderemo l’anno con circa 45 milioni di fatturato – ha spiegato Paladino – e prevediamo una crescita nell’ordine del 10% all’anno nel prossimo triennio, legata a fattori di natura infrastrutturale, organizzativa, e alla crescita del mercato del refit che è partita durante il Covid ma è attesa soprattutto nei prossimi anni».

Fonte: Il Sole 24 Ore