Lvmh in campo per l’impianto di Longarone che Safilo vuole chiudere

Lvmh non conferma né smentisce; lo stesso vale per i sindacati e le autorità locali coinvolte da mesi nelle trattative. Ma le voci di un interesse del colosso francese – primo gruppo del lusso al mondo, con ricavi 2022 di 80 miliardi – per lo storico stabilimento Safilo di Longarone (foto in alto), nel cuore del distretto bellunese dell’occhialeria, sembrano essere assai fondate.

Business strategico del lusso, come dimostra Kering Eyewear

Le collezioni di montature da sole e da vista sono sempre più strategiche per l’immagine e per il business dei marchi del lusso (si vedono in passerella e hanno corner dedicati nei negozi monomarca) ed è per questo che sia Lvmh sia l’altro gruppo del lusso francese, Kering, numero due al mondo nell’alta gamma, hanno deciso da tempo di internalizzare l’occhialeria, mantenendo la produzione nel bellunese, vista l’eccellenza del distretto, nota nel mondo (l’export è al 90% circa). Il gruppo guidato da Francois Pinault in particolare. diede vita, nel 2014, a Kering Eyewear, società con sede a Padova e guidata da Roberto Vedovotto, che in passato fu anche ad di Safilo, e che nel 2022 ha messo a segno una crescita straordinaria, chiudendo a 1,1 miliardi di euro (+58% sul 2021), anche grazie a due importanti operazioni, Lindberg e Maui Jim.

La scelta di modello di business di Lvmh

Lvmh fece fin dall’inizio una scelta più industriale, dando vita, nel 2017, a Thélios, che da joint venture che era con Marcolin (tra i leader italiani insieme a Luxottica, Safilo e De Rigo), è oggi al 100% del gruppo francese. Gradualmente, tutte le licenze che Lvmh aveva affidato ad aziende italiane, sono entrate nel portafoglio di Thélios: l’ultima in ordine di tempo è quella di Bulgari (l’annuncio è dell’inizio di maggio), che da parecchi anni affianca con successo a gioielli e orologi categorie di accessori come borse, piccola pelletteria e, appunto, occhiali. Già in occasione di Mido, la grande fiera di settore che si tiene una volta all’anno a Milano, operatori e analisti avevano scommesso su un interesse di Thélios per lo stabilimento di Safilo, per il quale la società (quotata alla Borsa di Milano) aveva detto chiaramente di «essere in cerca di soluzioni alternative» (si veda Il Sole 24 Ore del 28 febbraio).

Necessità di sostenere la crescita del business

Il motivo è semplice: l’azienda di Lvmh ha bisogno di capacità produttiva a fronte della crescita organica a due cifre confermata anche dai risultati del primo trimestre, che hanno superato i 20 miliardi. Dalla fine di febbraio i sindacati fanno la spola tra lo storico stabilimento di occhiali e montature in metallo di Safilo e gli uffici del comune e delle autorità locali, forti anche dell’interesse per le trattative dimostrato fin dall’inizio dal presidente del Veneto Luca Zaia e dall’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, che da tre mesi segue la vicenda Safilo insieme all’unità di crisi aziendali della regione Veneto.

Il nodo occupazione e formazione

Nello stabilimento di Longarone lavorano 468 persone, un decimo degli abitanti di Longarone, dove sia Marcolin sia Thélios hanno già stabilimenti. Molto più moderni però di quello di Safilo e la trattativa pare concentrata proprio sulla necessità di tagli agli organici e di un possibile sostegno da parte delle istituzioni per un reskilling delle persone che lavorano a Longarone, la cui età media rischia di essere un ostacolo.

Fonte: Il Sole 24 Ore