Ma è vero che il diabete viene solo da anziani? Ecco cosa sapere e come ridurre il rischio
«Il diabete è una malattia tipica degli anziani». Chi non ha mai sentito questa frase? In realtà le cose sono un po’ più complesse. Sebbene la forma più frequente, il diabete di tipo 2, sia più comune in età avanzata, questa malattia può manifestarsi a qualsiasi età e negli ultimi anni si è osservato un aumento significativo dei casi anche tra adolescenti e giovani adulti. Per questo nessuna fascia d’età può considerarsi davvero esente dal rischio di sviluppare il diabete.
Che cos’è il diabete e quante forme ne esistono?
Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata da un aumento dei livelli di zucchero nel sangue (la cosiddetta “glicemia”). Questo accade perché l’organismo non riesce a produrre o a utilizzare correttamente l’insulina, l’ormone che regola l’ingresso del glucosio nelle cellule. L’insulina funziona come una “chiave”: apre la porta delle cellule e permette al glucosio di entrare per essere usato come energia. Quando questo meccanismo non funziona, il glucosio rimane nel sangue e i suoi livelli aumentano. Le forme più comuni sono il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2. Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune che si manifesta soprattutto nei bambini e nei giovani adulti: in questo caso il corpo attacca le cellule del pancreas che producono insulina. Il diabete di tipo 2, invece, si sviluppa più spesso in età adulta e dipende da una combinazione di insulino-resistenza (le cellule diventano «meno sensibili» all’insulina e fanno più fatica a usarla per far entrare lo zucchero) e ridotta produzione di insulina. Esiste anche il diabete gestazionale, che compare in gravidanza, e un gruppo di forme più rare legate a cause genetiche o a patologie del pancreas. Inoltre, si parla sempre più spesso di prediabete, una condizione in cui i livelli di glucosio sono più alti della norma ma non ancora tali da definire un vero diabete: una fase che può protrarsi a lungo e che, in alcuni casi, evolve con il tempo verso il diabete vero e proprio. Nelle fasi iniziali del diabete di tipo 2 alcuni cambiamenti dello stile di vita possono favorire una remissione della malattia, cioè un ritorno a valori normali di glicemia anche in assenza di farmaci. I clinici preferiscono il termine “remissione” a “guarigione”, perché la durata di questa condizione e la possibilità di ricaduta non sono ancora del tutto prevedibili.
Ma allora perché si pensa che il diabete sia una malattia da anziani?
Con l’invecchiamento si riduce l’efficienza del metabolismo degli zuccheri e aumenta la prevalenza di fattori di rischio come sedentarietà, sovrappeso, ipertensione e colesterolo elevato. Per questo il diabete di tipo 2 è più frequente dopo i 65 anni. Tuttavia negli ultimi decenni è stato osservato un aumento dei casi tra bambini, adolescenti e giovani adulti, spesso associato all’aumento di obesità e abitudini alimentari scorrette fin dall’infanzia. In età pediatrica, inoltre, il diabete di tipo 2 tende a manifestarsi con quadri più aggressivi e una progressione più rapida verso le complicanze rispetto agli adulti.
Come si riconosce il diabete e quali sono le complicanze se non si tratta?
Nelle fasi iniziali, soprattutto nel diabete di tipo 2, i sintomi possono essere assenti. Quando presenti includono sete intensa, bisogno frequente di urinare, stanchezza marcata, calo ponderale non spiegato, visione offuscata e infezioni frequenti o difficoltà nella guarigione delle ferite. In presenza di questi segnali è opportuno consultare il medico di famiglia per eseguire un controllo della glicemia. Anche in assenza di sintomi è consigliabile monitorare periodicamente i valori quando sono presenti fattori di rischio come sovrappeso, familiarità o ipertensione. Il diabete è una malattia che non va sottovalutata. Se non viene controllato, può danneggiare diversi organi. Il cuore e i vasi sanguigni possono essere colpiti, aumentando il rischio di infarto e ictus. Gli occhi possono sviluppare una retinopatia che, se trascurata, porta alla perdita della vista. I reni possono perdere progressivamente la loro funzione, fino alla necessità della dialisi. Anche il sistema nervoso può risentirne, con formicolii, dolori o perdita di sensibilità, in particolare ai piedi, che a loro volta possono andare incontro a ulcere difficili da curare. Per questo è essenziale una diagnosi precoce e un trattamento continuativo.
Cosa posso fare per ridurre il rischio di diabete?
Prevenire il diabete di tipo 2 è possibile e dipende in buona parte dalle nostre scelte quotidiane. Seguire una dieta equilibrata, ricca di verdure, legumi, cereali integrali e povera di zuccheri e grassi saturi, è un primo passo. Fare regolare attività fisica, anche solo camminando ogni giorno, aiuta a mantenere un peso sano e migliora l’efficacia dell’insulina. È importante anche evitare il fumo e limitare il consumo di alcol. Anche una perdita di peso modesta, pari a circa 4-6 kg, può avere un impatto significativo sui livelli glicemici e sul rischio metabolico. Se si hanno già fattori di rischio come la familiarità o la pressione alta, è opportuno monitorare periodicamente la glicemia e confrontarsi con il proprio medico di famiglia per individuare il percorso di prevenzione più adatto.
Fonte: Il Sole 24 Ore