Macron: la Francia riconosce le sue responsabilità nel genocidio del Ruanda

Dopo averlo preannunciato in un tweet pubblicato prima di decollare per Kigali – “nutro la profonda convinzione che nelle prossime ore scriveremo insieme una nuova pagina della nostra relazione con il Ruanda e l’Africa”, oggi quella pagina l’ha scritta realmente. Durante un discorso al Memoriale del Genocidio che nel 1994 segnò il tragico culmine del conflitto etnico tra Hutu e Tutsi, il presidente Emmanuel Macron ha fatto un pubblico e ufficiale mea culpa, a nome della Francia, per i massacri di 27 anni fa nei quali rimasero uccise circa un milione di persone di maggioranza Tutsi.

«La Francia riconosce la parte di sofferenze che ha inflitto»

«La Francia riconosce la parte di sofferenze che ha inflitto ai ruandesi», ha esordito Macron: «Non si è resa complice – ma ha fatto per troppo tempo prevalere il silenzio sull’esame della verità». Il viaggio di Macron in Ruanda punta ad essere la “tappa finale della normalizzazione delle relazioni” con la Francia, dopo oltre 25 anni di tensioni legate al ruolo svolto da Parigi in quella immane tragedia. «Questo percorso di riconoscimento, attraverso i nostri debiti, i nostri doni, ci offre la speranza di uscire da questa notte e di camminare nuovamente insieme. Su questo cammino – ha proseguito Macron, nel corso di un intervento di 20 minuti – solo coloro che hanno attraversato la notte possono, forse, perdonare, farci il dono di perdonarci».

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Sforzi per normalizzare le relazioni bilaterali tra i due Paesi

Al Memoriale di Kigali, capitale della Repubblica del Ruanda, sono seppelliti i resti di oltre 250mila delle circa 800mila vittime del genocidio, essenzialmente Tutsi. In precedenza, Macron ha visitato il Museo della memoria, con cartelli pedagogici, video e testimonianze, ma anche vetrine con crani, ossa e abiti stracciati, deponendo una corona di fiori. L’obiettivo del leader francese è giungere ad una definitiva normalizzazione delle relazioni bilaterali tra i due Paesi, resi difficili da oltre un quarto di secolo dal ruolo svolto dalla Francia ai tempi del genocidio.

Fonte: Il Sole 24 Ore