Marettimo capitale internazionale della transizione ecologica

Marettimo, isole Egadi, provincia di Trapani: un diamante grezzo incastonato nel mare turchese. Ma il vero gioiello è sott’acqua, dove si estende la più grande prateria di Posidonia oceanica protetta del Mediterraneo. Vale a dire il più efficiente meccanismo di carbon storage al mondo (in grado di stoccare grandi quantità di carbonio). Rappresenta l’equivalente dell’Amazzonia per il Mediterraneo e produce due volte e mezzo in più di ossigeno della foresta amazzonica a parità di estensione, secondo una ricerca pubblicata su Nature Geoscience (https://www.nature.com/articles/ngeo1477?proof=t). Inoltre è una nursery di pesci e protegge le coste dall’erosione marina. Un ecosistema incontaminato, protetto da trent’anni dall’Area marina protetta isole Egadi (http://www.ampisoleegadi.it/) – la più grande del Mediterraneo, con i suoi 53.992 ettari – ora presieduta dal sindaco di Favignana, Levanzo e Marettimo, Francesco Forgione e guidata dal direttore Salvatore Livreri Console.

Marettimo ha ospitato tre eventi internazionali

Non poteva esserci scenario migliore, dunque, per ospitare a luglio tre eventi concatenati, dedicati alla difesa del mare: la seconda edizione del festival del cinema Marettimo Italian Film Fest – We love the sea con la partecipazione straordinaria del National Geographic, il varo di Ev-Ita (della prima imbarcazione elettrica a basso voltaggio e alta potenza) e il Food and climate shaper boot camp organizzato dal Future food institute sotto l’egida della Fao. Tre eventi promossi o ospitati sull’isola delle Egadi grazie all’opera di promozione svolta dall’associazione culturale SoleMar Eventi, guidata dalla presidente Cettina Spataro e dai vicepresidenti Giorgio Rusconi e Gabriella Carlucci, con Beatrice Just e Toto Vento. Ma sono tante le partnership e i patrocini attivati, come quelli con il ministero della Cultura, la Regione siciliana, Il Fondo sociale europeo – Piano operativo Sicilia 2020 e Unipol (che hanno co-finanziato il festival), il Comune di Favignana, Levanzo e Marettimo, l’Area marina protetta, i festival cinematografici di Formentera, Palma di Maiorca, Minorca, Malta, Ortigia (Siracusa), Alghero e Montenegro (favoriti da Gabriella Carlucci), l’organizzazione Friends of the sea, il Parlamento del Mediterraneo e il National Geographic.

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Proprio quest’ultimo partner, il National Geographic, ha portato sull’isola tre suoi esploratori, che si sono immersi nelle acque cristalline per documentare la salute della Posidonia oceanica e realizzare degli short form che rendono omaggio all’arcipelago e all’Area marina protetta. “L’intento è mettere sotto i riflettori la difesa del mare e il territorio delle isole Egadi – spiega Cettina Spataro, professionista locale e presidente di SoleMar –. Ce lo chiedono i nostri figli e l’Onu, che ha dedicato alla tutela del mare e delle sue risorse l’obiettivo di sviluppo sostenibile (Sdg) 14, nell’ambito dell’Agenda 2030 sottoscritta e diventata legge in quasi tutti i Paesi al mondo. Marettimo rappresenta un faro di tutela ambientale che risplende nel Mediterraneo. E può essere, grazie alle sue caratteristiche naturali, alla luce e la bellezza del suo territorio, un set cinematografico ideale per film e fiction, nel rispetto dell’ambiente”.

Area marina protetta e pescatori difendono assieme il mare cristallino

Del resto, la difesa dell’ambiente ha un ruolo centrale nella vita degli isolani, che hanno preservato l’isola dallo sviluppo immobiliare incontrollato avvenuto in altre località turistiche italiane e che praticano da anni una pesca sostenibile, regolamentata non solo dalle disposizioni europee e nazionali sui fermi biologici, ma anche dalle regole dell’Area marina protetta e dal buon senso. “La mia famiglia, di pescatori per molti mesi all’anno e di guide turistiche a luglio e agosto, ha sempre preservato i pesci e l’ambiente ben oltre le norme di legge – spiega Peppe Torrente, che per tre stagioni all’anno pesca e d’estate porta i turisti sulla barca Posidonia -. Allunghiamo i periodi di fermo biologico per permettere la riproduzione e da decenni ributtiamo a mare le aragoste femmine e quelle piccole, in aree non frequentate da altri pescatori. Anni dopo le ritroviamo cresciute e le riconosciamo da piccoli dettagli: una zampetta mancante o un segno particolare. Nessuno ce lo impone se non il rispetto per i nostri figli e nipoti, ai quali dobbiamo lasciare risorse sufficienti per vivere”.

Anche le normative, però, hanno fatto la loro parte per preservare questo santuario marino del Mediterraneo, salvaguardato da diverse regolamentazioni, fra cui il decreto di istituzione dell’Area marina protetta (Amp) Isole Egadi del 1991, le direttive europee Habitat e Uccelli (che ha creato la Zona di protezione speciale) e l’istituzione del Sito di importanza comunitaria che tutela i fondali. “Quando l’Area marina protetta fu istituita trent’anni fa molti cittadini temevano che avrebbe tolto risorse e libertà alle loro amate isole – ha spiega il sindaco Francesco Forgione (anche presidente dell’Amp) al varo dell’imbarcazione elettrica Ev-Ita alle Egadi -. Si sono dovuti ricredere, per fortuna. Le risorse sono aumentate, sotto il profilo ambientale e quello economico. E gli abitanti adesso non vi rinuncerebbero mai”.

Fonte: Il Sole 24 Ore