Mario Sironi, tra storia e mercato dell’arte

Al Museo del Novecento di Milano, annunciati l’ampliamento e la passerella di collegamento dei due Arengari, il Comune presenta la mostra su “Mario Sironi. Sintesi e grandiosità” a cura della direttrice Anna Maria Montaldo e di Elena Pontiggia, dal 23 luglio al 27 marzo 2022. La città all’origine dei suoi innovativi “Paesaggi Urbani” dagli anni ’10, del Novecento di Margherita Sarfatti (1922), della V Triennale del 1933, ma anche del solitario commiato del suo feretro (1961), a 60 anni dalla morte gli tributa una retrospettiva di 110 opere. Provenienti da Musei pubblici e collezioni private nazionali e internazionali, tra cui il Museo del Novecento, la Pinacoteca di Brera, la Ca Boschi di Stefano, la Collezione Banca Intesa-San Paolo, il MAGA di Gallarate, la Ca’ Pesaro e il Guggenheim Museum di Venezia e il MART di Rovereto. Secondo una citazione molto replicata, indicativa di un diffuso sentire, Pablo Picasso (1881-1973) ne avrebbe sintetizzato così il potenziale inespresso: “Avete un grande artista, forse il più grande del momento, e non ve ne rendete conto”.

Anche Germano Celant stava pensando ad un evento espositivo su quell’ artista isolato e severo. Mentre sta dissolvendosi la damnatio memoriae su Margherita Sarfatti, sua critica e mentore grazie alle mostre al Museo del Novecento nel 2018 e al MART 2019, istituzioni e storici contribuiscono all’evento nella regione che ne vide la fuga e il doppio salvataggio dalla fucilazione ad opera di Gianni Rodari e di un altro partigiano il 25 marzo del 1945. A Milano, egli sopravvisse alla sua stessa coerenza di “animo bolscevico” (come affermò Arturo Martini) e al suicidio della figlia Rossana (1929-1948), continuando colla tarda pittura da cavalletto i temi della pittura monumentale “sociale ed educatrice”. Una parabola e “una lezione di tragedia” (come disse Gianni Rodari), che ha evidenza sia culturale che di mercato, per l’arte italiana del XX secolo.

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Il mercato e i valori in asta

Malgrado la grandezza riconosciuta, non ha ancora sfondato all’estero e il 92% delle aggiudicazioni in asta restano nei confini italiani (Artprice.com), con limitazioni tipiche del nostro mercato interno. Ma, nonostante la crisi del 2007-08, gli scambi di sue opere si mantenevano su valori più significativi, anche in contemporanea alla rassegna sulle arti dopo la Grande guerra ai Guggenheim di New York e di Bilbao nel 2010-11 e fino al 2014 circa. Poi il suo mercato è diventato più sottile, confinato principalmente alle opere su carta (55%). Il top lot assoluto di Sironi è l’iconico “Paesaggio urbano” del 1920 (70,8 x 50,7 cm), oggi nella Collezione Cerasi di Roma a Palazzo Merulana, aggiudicato a 700.000 € (escl.diritti Farsetti, Prato asta del 27 maggio 2006). Record confermato al “Paesaggio con tempio” del 1930 (Sotheby’s, 22 maggio 2007, lotto 285). Seguono “Composizione” del 1918 (Tecn.mista/cart/tela 141,19 x 122 cm) a 580.000 € (Farsetti-Prato, 2/12/2006, lotto 815) e “Il Camion”, a 500.000 € (47,5 x 66,3 da Farsetti, 9.6.2018). Da citare anche “Il Motociclista” del 1924-5 a 403.000 € (66,5 x 59 cm, Sotheby’s, Londra, 2004) e una “Cariatide” del 1940 a 325.000 € (marmo, 182 x 50 x 33, Sotheby’s Milano 26 novembre 2007, Lotto 170).

Quotazioni e investimenti

Pur tra i più sintetici pittori del XX secolo, moderno discendente dell’antica pittura murale (Manifesto della Pittura Murale,1933 con Carrà, Campigli e Funi), le sue quotazioni medie non sono allineate ai valori dei grandi artisti internazionali coevi. A differenza dei compagni di strada del Futurismo (dal 1909) e del Novecento, nato dai mercoledì di casa Sarfatti (1910-1938) ben prima del fascismo, anche da futurista non arriva alle quotazioni di Umberto Boccioni (“Testa+luce+ambiente” 1912, a 8.915.608 €, 60 x 60 cm, Sotheby’s 28/02/2018) o di Balla, anche loro meritevoli di ulteriori riconoscimenti internazionali. Rari gli esempi pervenuti in asta, tra cui una “Testa” del 1913 aggiudicata a 370.000 € ( Farsetti- Prato, 30 maggio 2009, lotto 853, misure 39.9 x 31.7 cm), un “Arlecchino” del 1915 a 310.000 € (Farsetti, 30 novembre 2013, collage 60 x 50cm) e “Simultaneità di forme 4-Dinamismo” del 1915 c. (Farsetti, 2009) a 90.000 €. Di interesse la quotazione di 289.461 € raggiunta da una gouache a New York nel 1990 (48,3 x 32 cm). Tutte ben lontane da quelle dei contemporanei francesi, tedeschi o spagnoli. Valga come esempio “Le cycliste 1912” di Jean Metzinger, passato da Sotheby’s a 2.951.412 €, un’ opera comparata a quelle di Mario Sironi dello stesso tema, durante una mostra al Guggenheim di New York dal 9 giugno al 17 settembre 2012. Pur non avendo guadagnato le meritate posizioni nel ranking di mercato ventennale, resta tra i primi 1.100 artisti meglio quotati al mondo, e mostra un’evoluzione dei prezzi in miglioramento tra 2019 e 2020 (30,9%) .

Può offrire occasioni d’ investimento eccellenti, come nel recente caso di un’importante “Moltiplicazione murale” del 1938 (109 x 98,5 cm), fermatasi a 35.000 (43.750 coi diritti da Christie’s “Thinking Italian” 4-5.11.2020). Malgrado provenienza e pedigree dalla Estorick Collection e partecipazione alle mostre del MART di Rovereto, La magnifica ossessione 2012-2013, e Le Collezioni 2015–2016, è rimasto al di sotto delle quotazioni medie dell’artista per opere di quell’importanza. Un caso relativamente frequente per l’arte italiana, tra Otto-Novecento, bisognosa di promozione istituzionale interna ed internazionale.

Fonte: Il Sole 24 Ore