Microsoft, calcolatore di emissioni e tech più efficienti per data center

L’ambizioso obiettivo era stato annunciato da Satya Nadella all’inizio del 2020: diventare carbon negative, produrre acqua anziché consumarla e zero rifiuti entro il 2030. Ora Microsoft lancia nuovi strumenti per raggiungere il traguardo: la suite Microsoft Cloud for Sustainibility con il suo calcolatore di emissioni al servizio delle aziende, una nuova generazione di data center che utilizzano materiali a basso tasso di emissioni, un nuovo sistema di raffredamento “liquido” e un design più evoluto che consentirà di migliorare l’efficienza.

Carbon negative: cosa significa?

L’annuncio di Nadella l’anno scorso aveva suscitato entusiasmo e scetticismo al tempo stesso. La questione principale riguarda infatti la realistica possibilità di raggiungere, entro nove anni, l’obiettivo di essere carbon negative, ovvero non solo riuscire ad annullare gli impatti della propria attività (carbon neutral) ma intraprendere azioni affinché rimuova ulteriore anidride carbonica dall’atmosfera: in pratica Microsoft intende estrarre dall’ambiente più carbonio di quello che immette.E promette di farlo – entro il 2050 – anche conteggiando le emissioni storiche (dal 1975). Un obiettivo ambizioso considerato che i data center sono energivori: secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, sono responsabili per l’1% della domanda mondiale di energia. Così nel settembre scorso Lucas Joppa, Chief Environmental Officer in Microsoft, ha spiegato in un paper su Nature perché non basta più piantare alberi per compensare le emissioni ma che si rendono necessarie azioni più incisive come la rimozione della Co2 dall’atmosfera.

Calcolatore di emissioni

A poche settimane di distanza, la società presenta Microsoft Cloud for Sustainability, un prodotto Saas al servizio delle aziende. Innanzitutto permette di rappresentare l’impronta delle operazioni e della catena del valore di un’organizzazione. Ciò è possibile grazie al monitoraggio delle emissioni attraverso la connettività con le fonti e l’automazione. Inoltre consente di analizzare, visualizzare e segnalare il consumo di risorse, l’impatto ambientale e i progressi in termini di sostenibilità agli stakeholder, alle autorità di regolamentazione e al pubblico. Infine suggerisce alle imprese le azioni che dovrebbero essere intraprese per continuare a ridurre l’impronta di emissioni, migliorare i processi aziendali e apportare cambiamenti che durino nel tempo. «Non si tratta solo di apportare modifiche. Si tratta di utilizzare i dati continuamente per prendere decisioni proattive durante il percorso di sostenibilità di un’organizzazione» ha detto Kees Hertogh, general manager marketing dei prodotti del settore globale di Microsoft, alla presentazione alla stampa.

Data center più green

Il colosso di Redmond ha annunciato una serie di miglioramenti sui data center, che andranno inevitabilmente di numero ad aumentare (tra i 50 e i 100 ogni anno) con l’intensificarsi del traffico web dei prossimi anni. In particolare l’azienda ha raccontato un nuovo approccio alla gestione della temperatura, che ridurrà la quantità di acqua utilizzata nei data center raffreddati per evaporazione del 95% entro il 2024, ovvero circa 5,7 miliardi di litri all’anno. «Attraverso la nostra ricerca globale sulle prestazioni dei server a temperature più calde, siamo in grado di creare punti di regolazione più elevati per una varietà di climi diversi per quando è necessario il raffreddamento evaporativo a base d’acqua per preservare le prestazioni e l’affidabilità del server. Questo progetto ha il potenziale per eliminare l’uso dell’acqua per il raffreddamento in regioni come Amsterdam, Dublino, Virginia e Chicago, riducendo l’uso dell’acqua nelle regioni desertiche come l’Arizona fino al 60%» ha spiegato Noelle Walsh, corporate vice president.

Raffreddamento senza acqua

Microsoft è impegnata nella ricerca sul raffreddamento a liquido con l’obiettivo del raffreddamento senza acqua. «Quest’anno abbiamo raggiunto un importante traguardo nella ricerca e sviluppo sul raffreddamento a liquido, rendendo Microsoft il primo fornitore di servizi cloud che esegue il raffreddamento a immersione di liquido bifase in un ambiente di produzione, dimostrando la fattibilità per un uso più ampio nei nostri data center» ha spiegato Walsh. In particolare il raffreddamento a liquido si basa sul concetto di overclocking, che consiste nel far funzionare i componenti del chip oltre i limiti di tensione, termici e di progettazione predefiniti per migliorare ulteriormente le prestazioni. «Abbiamo scoperto che per alcuni chipset le prestazioni possono aumentare del 20% attraverso l’uso del raffreddamento a liquido. Ciò dimostra come il raffreddamento a liquido possa essere utilizzato non solo per supportare i nostri obiettivi di sostenibilità per ridurre ed eventualmente eliminare l’acqua utilizzata per il raffreddamento nei data center, ma anche per generare chip più performanti che operano a temperature del refrigerante più elevate per carichi di lavoro avanzati di intelligenza artificiale e machine learning». In breve, il raffreddamento a liquido apre la strada a server più densi in spazi più piccoli, il che significa una maggiore capacità per metro quadrato in un data center o la possibilità di creare data center più piccoli in posizioni più strategiche.

Fonte: Il Sole 24 Ore