Mini pacchetto 110%: lo sgravio non decade per gli errori formali

Il decreto legge 77 sulla governace del Pnrr e sulle semplificazioni arriva nell’Aula della Camera, dove il 21 luglio il governo dovrebbe mettere la fiducia. Dopo 2 settimane di tensione continua fra maggioranza e governo, le commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera hanno concluso, nella notte fra lunedì e martedì, le votazioni sul decreto con altre 2 sorprese che sono, in misure differenti, 2 ulteriori colpi alle posizioni molto rigide dell’esecutivo.

Il Governo va sotto

Da un lato, il governo è andato sotto per la seconda volta in 3 giorni – un altro voto della maggioranza contro il parere negativo del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolan i – su un subemendamento presentato dalla Lega che impone l’intesa fra Regioni e governo sui lavori a procedura accelerata per contrastare il dissesto idrogeologico. Per altro, è stato lo stesso maximendanemto di accelerazione dei lavori di prevenzione anti-dissesto, presentato dai relatori Morassut (Pd) e Calabria (Forza Italia), a registrare tensioni con il governo (che inizialmente non voleva includerlo nel decreto) e nella stessa maggioranza.

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Il mini-pacchetto di semplificazione

Dall’altro lato, nella notte fra lunedì e martedì è stato approvato un minipacchetto di 5 misure di ulteriore semplificazione per il Superbonus, con un articolo aggiuntivo al 33, grazie alla mediazione condotta con il governo dalla presidente della commissione Attività produttive, Martina Nardi. Si tratta di correzioni residuate da una estenuante trattativa che era partita 3 settimane fa da oltre 100 emendamenti presentati dalla maggioranza e falcidiati via via dai no in serie del Mef e del governo. Sul punto alla fine non ci sono stati incidenti formali, ma nella maggioranza resta sul Superbonus una scia di malcontento trasversale a tutte le forze politiche che potrà quietarsi con la legge di bilancio, quando il governo ha promesso che almeno prenderà in considerazione le moltissime proposte estensive bocciate senza appello in questa occasione.

Le novità introdotte sul Superbonus

Vediamo le 5 modifiche sul 110% introdotte nel decreto legge 77, tutte procedurali:
– il cappotto termico e il cordolo antisismico non concorrono al conteggio della distanza e dell’altezza, in deroga alle norme sulle distanze minime;
– le «violazioni meramente formali che non arrecano pregiudizio all’esercizio delle funzioni di controllo» non comportano «la decadenza delle agevolazioni fiscali limitatamente alla irregolarità od omissione riscontrata»;
– qualora l’immobile sia stato venduto e sia sottoposto agli interventi del 110%, viene allungato da 18 a 30 mesi il termine per fissare la residenza nel nuovo immobile acquistato senza perdere i benefici fiscali legati all’acquisto;
– si precisa che vanno considerati manutenzione straordinaria ed eseguiti mediante Cila (modello Superbonus) anche gli interventi che riguardino «le parti strutturali degli edifici o i prospetti»;
– per gli interventi classificati come «edilizia libera» dal testo unico 380/2001 non sarà necessario presentare la Cila (comunicazione di inizio lavori asseverata) modello Superbonus (quindi con indicato il numero del titolo edilizio originario dell’immobile) ma basterà una Cila con la semplice descrizione dell’intervento.
Su quest’ultimo punto la norma approvata precisa inoltre che «in caso di varianti in corso d’opera queste sono comunicate a fine lavori e costituiscono integrazione della Cila presentata» e che «non è richiesta la Scia (segnalazione certificata di inizio attività)».

Il 5G e gli emendamenti non approvati

Sono stati ritirati o comunque non approvati molti emendamenti che avrebbero comportato ulteriori tensioni nella maggioranza o con il governo. Fra questi l’emendamento di Italia Viva che avrebbe innalzato i limiti ammessi di emissioni elettromagnetiche per il 5G. Altolà dopo lunga discussione anche all’emendamento Fornaro che avrebbe dovuto consentire un confronto preventivo fra cabina di regia e parti sociali in caso di riforme a forte impatto sul lavoro.

Fonte: Il Sole 24 Ore