Mobilità urbana, il ministro Costa disegna il dopo bonus bici: «Piano per 20mila km di piste ciclabili»

La passione per le due route degli italiani cresce molto più velocemente dell’attenzione riservata dalle amministrazioni comunali a questa forma di mobilità. Il quinto rapporto dell’Osservatorio Focus2R, l’indagine nazionale su infrastrutture, sicurezza e mobilità per le due ruote presentato lunedì 18 dicembre da Ancma e Legambiente, certifica che per una vera volta si deve ancora pazientare.

Moto e scooter, sicurezza a bassa priorità

Colpisce il dato sulla sicurezza: a fronte di un lieve calo del numero di decessi di motociclisti e scooteristi sulle strade italiane, la sicurezza delle due ruote – sia a motore che non – non è considerata una priorità dal 59% dei comuni intervistati (96 capoluoghi su 104) cui si aggiunge un 12% di città che, negli strumenti di pianificazione della mobilità urbana, attribuiscono alla sicurezza dei centauri una priorità «bassa».

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«Dai risultati della quinta edizione dell’Osservatorio – spiega Mirco Laurenti di Legambiente – emerge un trend di cambiamento continuo nelle abitudini dei cittadini. Restano però i nodi su inquinamento urbano e incidenti stradali, che continuano a essere un’emergenza».

Solo sei comuni – Benevento, Imperia, Milano, Parma, Taranto, Venezia – consentono pieno accesso a moto, scooter e ciclomotori alle corsie riservate ai mezzi pubblici, mentre Bergamo, Como, Genova e Pescara prevedono un accesso parziale.

Moto e bike sharing in aumento, ma concentrato in poche città

Tra le note positive, il numero di comuni che dichiara di aver installato guardrail dotati di protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti, che passa dal 17% del 2015 al 32% del 2019, e l’andamento dello sharing degli scooter, soprattutto a trazione elettrica, sebbene il mercato sia concentrato in cinque grandi città – Genova, Milano, Rimini, Roma e Torino – con Milano che da sola rappresenta il 57% del totale.

Fonte: Il Sole 24 Ore