Nella chimica farmaceutica i lavoratori chiedono un aumento di 180 euro

I 171mila lavoratori della chimica farmaceutica hanno inviato a Federchimica e Farmindustria una richiesta di aumento di 180 euro sul Tec, il Trattamento economico complessivo, per il livello medio di riferimento (D1). Con lo shock energetico, sui rinnovi incombe un Ipca su cui c’è una certa pressione: l’indicatore usato per l’aumento economico è al netto dei beni energetici importati che sono alla base della maggior parte dell’inflazione.Tra maggio e giugno sono attesi dall’Istat la previsione dell’anno corrente, la previsione dei 3 anni successivi, quindi 2023, 2024, 2025, e poi il consuntivo del 2021, per verificare gli scostamenti.

Il metodo Osservatorio

Le assemblee di Filctem, Femca e Uiltec hanno comunque già approvato la piattaforma rivendicativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per il triennio 1° luglio 2022 – 30 giugno 2025. Il contratto non è ancora scaduto (la scadenza è a fine giugno) ma nel settore, tradizionalmente, il work in progress delle relazioni industriali prevede un dialogo costante nell’ambito dell’Osservatorio nazionale dove vengono progressivamente affrontati i temi tra un rinnovo e l’altro. Il primo incontro in cui le parti entreranno nel vivo della parte finale del negoziato è stato fissato per il 31 maggio.

Il metodo di verifica annuale e il welfare

Nella loro piattaforma i sindacati hanno confermato il metodo di verifica e adeguamento annuale del Tem che, dal loro punto di vista, «ha dimostrato la sua validità anche a fronte di una fase storica caratterizzata da incertezza ed estrema variabilità», come spiegano Filctem, Femca e Uiltec. L’aumento economico complessivo richiesto tiene conto anche dell’aumento delle prestazioni dei fondi contrattuali di previdenza e sanità, Fonchim e Faschim. L’obiettivo è favorire l’adesione per sostenere questo diritto contrattuale, soprattutto per i più giovani.

La transizione digitale

Come è emerso nel dialogo nato all’interno dell’Osservatorio nazionale di settore, la transizione digitale richiederà alle parti di governare insieme i percorsi per far crescere le competenze necessarie per gestire i nuovi modelli e processi organizzativi. La formazione diventerà sempre più uno strumento di politica attiva che servirà alla crescita dei lavoratori ma anche a difendere i posti di lavoro. Anche per questo i sindacati hanno chiesto una giornata di effettiva prestazione da destinarsi anche ad attività formative. La discussione si allargherà anche alle nuove modalità di lavoro che gli strumenti digitali hanno portato, così come alle tematiche legate a diversità e inclusione e all’introduzione nell’osservatorio aziendale di una sezione dedicata alla salute, sicurezza e ambiente.

Fonte: Il Sole 24 Ore