Nomine pilotate, l’onda lunga dell’Ibizagate investe Kurz. «Non mi dimetto»

L’onda lunga dell’Ibizagate fa vacillare anche il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, accusato di falsa testimonianza davanti alla commissione parlamentare che indaga sullo scandalo che portò nel 2019 alla dissoluzione del suo primo gabinetto. Ma il giovane capo di governo si dice sicuro di uscirne pulito ed esclude di dimettersi.

«Ibizagate»: un terremoto politico

Sotto la lente ci sono alcune nomine politiche discusse nel video incriminato: quello – è bene ricordarlo – risalente al 2017 in cui il futuro vicecancelliere Hans-Christian Strache e il vice del partito, la destra populista e xenofoba dell’Fpö, Johann Gudenus, discutevano con la sedicente figlia di un oligarca russo a Ibiza la possibilità di concederle ricchi contratti nei lavori pubblici in cambio di finanziamenti al partito, dell’acquisizione di un tabloid austriaco e di una copertura favorevole della campagna elettorale. Quella che poi avrebbe portato alla formazione di un governo tra i Popolari di Kurz (l’Övp) e l’Fpö.

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La scoperta di quello scandalo – una vera e propria trappola a giudizio di alcuni analisti – costrinse Strache alle dimissioni e segnò la fine del primo governo Kurz, pur senza intaccare il prestigio dell’enfant prodige della politica austriaca, confermatosi il più votato nelle successive elezioni e rieletto cancelliere alla guida di un esecutivo in tandem con i Verdi.

Quel terremoto politico ha però continuato a produrre scosse di assestamento, con la nascita di una commissione parlamentare di inchiesta per accertare eventuali episodi di corruzione e diversi politici di rango via via costretti alle dimissioni o sotto indagine. Tra i più recenti, a febbraio, il ministro delle Finanze Gernot Blümel, stretto alleato politico di Kurz, indagato con l’accusa di corruzione per i finanziamenti all’Övp da parte della società del settore dei giochi Novamatic, della quale si parlava nel video incriminato.

La nomina che inguaia Kurz

E ora tocca a Kurz. In questione c’è la nomina di Thomas Schmid, uomo di fiducia dei Popolari, al vertice di Obag, holding statale che gestisce gli investimenti dell’Austria in società parzialmente o interamente nazionalizzate. Alla commissione d’inchiesta sul caso Ibiza Kurz ha negato un suo stretto coinvolgimento nella nomina di Schmid al vertice dell’ente, in quanto compito del consiglio di vigilanza dell’Obag. Tuttavia, le chat del cancelliere rese note nelle ultime settimane suggeriscono che stesse pilotando la procedura. Compreso un messaggio di risposta a Schmid in cui Kurz dichiarava «Puoi ottenere comunque quello che vuoi». Di qui l’ipotesi di “spergiuro”, un reato per il quale si rischiano fino a tre anni di carcere, e l’apertura da parte della Procura per l’economia e la corruzione austriaca di un’inchiesta sul cancelliere.

Fonte: Il Sole 24 Ore