Ovs certifica nel bilancio tutti gli obiettivi di sostenibilità, dalla trasparenza alla circolarità

Sostenibilità deve fare rima, sempre, con misurabilità. È per questo che esistono i Bilanci di sostenibilità, che in Italia però non sono ancora un requisito di legge. O almeno, la legge c’è, ma non sempre viene applicata nel modo migliore: la direttiva europea 95 del 2014 fu recepita solo alla fine del 2016 da parte del Parlamento europeo e del Consiglio europeo e, in Italia, da un decreto legislativo, sempre nel 2016, che ha reso questo tipo di bilancio obbligatorio. Non per tutte le realtà. Sulla carta, sono tenute a redigere un Bilancio di sostenibilità tutte le «imprese di grandi dimensioni che costituiscono enti di interesse pubblico e gli enti di interesse pubblico che sono imprese madri di un gruppo di grandi dimensioni, in ciascun caso aventi in media più di 500 lavoratori, nel caso di un gruppo, da calcolarsi su base consolidata». Ovs, come molte altre grandi aziende italiane, ha scelto di recepire questo obbligo.

Forse dovremmo dire allora che sostenibilità fa rima con serietà: sono ogni giorno di più le aziende che, indipendentemente da obblighi di legge, agiscono ponendosi obiettivi di rispetto dell’ambiente e delle persone a breve, medio e lungo termine e fanno di tutto per poterli comunicare con trasparenza e affidabilità. Va da sé che se a fare queste scelte, a dare l’esempio, sono aziende conosciute e di grandi dimensioni, l’impatto positivo è duplice. Da una parte contribuiscono davvero a fare una differenza per i territori in cui operano e per le persone con le quali lavorano, dall’altra aumentano la consapevolezza di altre aziende e dei consumatori, creando un circolo virtuoso che è l’unico modo per fare un salto di qualità nel modo di produrre e consumare. Il bilancio di sostenibilità 2020 di Ovs ( appena pubblicato e disponibile a questo link ), elenca i risultati raggiunti nell’anno segnato dalla pandemia, in particolare sul fronte dell’impegno verso l’ambiente e verso una moda circolare. Un percorso che la catena di abbigliamento sta portando avanti da diversi anni e che ha consentito di ottenere numerosi riconoscimenti (nella foto in alto, lo showroom Ovs di via Dante, a Milano, adiacente al grande punto vendita dell’arteria pedonale che porta da piazza Cordusio al Castello Sforzesco).

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La partnership con l’università di Padova

Tra gli obiettivi più importanti raggiunti il lancio del progetto Ecovalore, realizzato in collaborazione con l’università di Padova, che ha richiesto tre anni di lavoro. Ispirata al principio della trasparenza, presupposto fondamentale per rendere credibile ogni dichiarazione di impegno su temi di sostenibilità ambientale, l’iniziativa è stata selezionata dal Report 2020 Circular Fashion System Commitment , nell’ambito di un progetto cui hanno partecipato 86 aziende che rappresentano il 12,5% del mercato globale del settore, tra le dieci best practice più rilevanti e innovative, grazie all’elaborazione e implementazione dell’indice di circolarità. Ovs è stata inoltre valutata, sulla base degli obiettivi raggiunti nel 2020, tra i top performer di settore in termini di Esg (Environmental, Social and Governance) dalle più quotate agenzie di rating di sostenibilità.

La visione dell’amministratore delegato

Piani e obiettivi a lungo termine – e relativi investimenti – sono possibili solo se c’è un impegno dei vertici aziendali, anche quando tra gli stakeholder ci siano soci finanziari e private equity. «Il bilancio di sostenibilità 2020 di Ovs è un documento molto importante che presenta in modo completo l’impegno del nostro gruppo verso l’ambiente – spiega l’amministratore delegato Stefano Beraldo (nella foto qui sotto) –. Nella consapevolezza che l’industria della moda è fortemente inquinante e che dobbiamo adottare comportamenti attenti e corretti a favore delle future generazioni. Avvertiamo la responsabilità di essere l’azienda leader di mercato e di conseguenza siamo coscienti dell’importanza e dell’impatto di tutte le nostre azioni. La trasparenza è per noi un valore fondamentale che guiderà sempre più le nostre scelte e permetterà decisioni informate e consapevoli per i nostri clienti e gli stakeholder.»

Quattro filoni di investimento e impegno

Sono quattro i pilastri su cui si basa la strategia di sostenibilità del gruppo: prodotti e supply chain, clienti, persone e negozi. A ogni pilastro corrispondono specifici target e piani di sviluppo.

Fonte: Il Sole 24 Ore