Pasta, biscotti e camomilla: come cambia il carrello degli italiani con il Covid

Prima la corsa a riempire le dispense, in preda al panico del tutto esaurito, poi – chiusi gli uffici – il ritmo lento delle colazioni fatte in casa. Infine la ricerca di bevande rilassanti e di piccoli risarcimenti domestici, come gli aperitivi improvvisati in famiglia.

È uno spaccato di stili di vita che cambiano l’analisi effettuata dall’ufficio studi Coop (dati Nielsen), sulle vendite del largo consumo confezionato nell’anno della pandemia (febbraio 2020-febbraio 2021). «Da sempre gli italiani hanno fatto della tavola il banco di prova dei profondi cambiamenti della loro esistenza», dichiara Albino Russo, direttore ufficio studi Coop.

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La prima conseguenza sui carrelli della spesa è stata ribattezzata da italiani.coop “effetto dispensa”: ovvero l’assalto a pasta, scatolame e passate di pomodoro. Erano i giorni delle lunghe file davanti ai supermercati e della spesa online, con siti ancora impreparati a gestire l’emergenza. Una sindrome che ha scatenato la corsa all’accaparramento dei surgelati, cresciuti in una forbice che va dal 10% (è il caso dei vegetali preparati), al 23% (pesce naturale), passando per le performance di specialità salate (+20%), senza glutine (+19%), sughi e salse (+18%), preparati di pesce panati (+15%), pizze (+13%) e piatti pronti (+10%).

Le lunghe permanenze in casa hanno tirato la volata anche ai prodotti per la colazione, con il latte cresciuto dall’11% (Uht) al 38% (condensato e in polvere). Immancabili accanto alla tazza della colazione anche confetture e spalmabili alla frutta, biscotti all’uovo e cereali, cresciuti in blocco del 9%, poco di più di fette biscottate (+7%) e biscotti integrali (+5%).

Nell’ultimo anno i carrelli della spesa si sono riempiti di prodotti che favorissero la tranquillità emotiva, come la camomilla, che ha registrato un boom del 33%, poi è stata la volta “dell’effetto risarcitorio” prodotto dai comfort drink.

Fonte: Il Sole 24 Ore