Pesce d’allevamento, l’Italia importa l’80% di orate e spigole

Aumenta la produzione a livello mondiale di pesce, che resta invece stagnante in Europa, Italia compresa. Nel 2022 il giro d’affari sul mercato interno ha superato di poco i 300 milioni di euro, grazie alla produzione di 53.900 tonnellate di pesce afferente a venti specie diverse, distribuite in più di 700 siti produttivi.

La fotografia del comparto ittico è stata diffusa come ogni anno dall’Associazione piscicoltori italiani (Api) di Confagricoltura. Regina del mercato, nonostante una leggera flessione, si conferma la trota, con 29mila tonnellate prodotte e 113 milioni di valore generato, al netto del prodotto trasformato.

Secondo e terzo posto per orata e spigola che, nonostante i volumi pressoché stabili, registrano un aumento dei margini.

Tra il conflitto, che ha fatto lievitare i costi, e l’andamento climatico estremamente siccitoso, l’Api ha calcolato una flessione pari al 20% di volume nelle troticolture, acuita dall’impennata dei costi energetici necessari per attingere l’acqua dal sottosuolo e mantenere i pesci in vita.
Proprio in questi giorni Fedagripesca Toscana ha lanciato un appello drammatico per la Laguna di Orbetello, dichiarandola in pericolo e chiedendo alle istituzioni di intervenire tempestivamente. «Siamo molto preoccupati – ha detto il responsabile pesca Andrea Bartoli – da un lato c’è la criticità relativa alle alghe, che blocca anche le attività di pesca. Dall’altro, con l’arrivo dell’estate, c’è il rischio concreto che la temperatura dell’acqua salga a livelli insostenibili, limitando tutte le attività di pesca».

«L’effetto combinato siccità-guerra – commenta Andrea Fabris, direttore Api –- ha impattato sulle quantità prodotte, facendo lievitare i prezzi e rimodulando l’offerta che, nel caso della trota iridea, ha portato a pezzature ridotte».

Fonte: Il Sole 24 Ore