Piano per lo spazio da 2,3 miliardi. Più intese con Francia e Germania

Il governo punta sul settore spaziale come strumento per la ripresa economica e lo sviluppo sostenibile. Nuove, importanti risorse sono previste nella proposta di Recovery Plan (Pnrr) e nel fondo complementare. «Gli stanziamenti proposti per lo spazio ammontano a circa 2,3 miliardi di euro, di cui 1,49 miliardi richiesti al Dispositivo per la ripresa e la resilienza e il resto nel fondo complementare», anticipa al Sole 24 Ore Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio per il coordinamento della politica economica, con delega per lo spazio.

«È un risultato importante. Lo spazio – osserva Tabacci – è uno degli ambiti tecnologici in cui l’Italia mantiene una presenza consolidata, attraverso una filiera completa, che merita il nostro sostegno anche per corrispondere agli obiettivi della transizione verde e digitale dell’Unione europea». Secondo Tabacci «questi investimenti avranno un forte impatto sull’occupazione, stimato potenzialmente in un aumento del 20% degli addetti, circa 1.600 persone in più per un’occupazione qualificata. Il settore ha circa 7.000 addetti e circa 200 aziende, per tre quarti piccole e medie e alcune grandi». Il giro d’affari è sui 2 miliardi all’anno.

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Quanto rende investire nello spazio

Le risorse aggiuntive sono spalmate nei sei anni del piano europeo. L’impatto è rilevante se si considerano gli stanziamenti ordinari, in crescita negli ultimi anni. «L’Italia è, dopo Germania e Francia, il terzo investitore europeo attraverso la partecipazione in Esa», ricorda Tabacci, che il 21 aprile alla Camera ha descritto il quadro dei finanziamenti. «Dopo l’ultimo Consiglio ministeriale di Siviglia del 2019, la Germania destina all’Esa un budget da 3,3 miliardi l’anno, la Francia 2,7 miliardi, l’Italia 2,3 miliardi l’anno». Gli investimenti generano un moltiplicatore importante. «Un euro investito nello spazio genera un ritorno da 3 a 7 volte».

Su quali progetti punta il governo con il Pnrr? «La strategia mira a potenziare i sistemi di osservazione della terra per il monitoraggio dei territori e dello spazio extra-atmosferico e a rafforzare le competenze nazionali nella space economy», sintetizza Tabacci, che indica cinque «linee d’azione»: SatCom (satelliti e tecnologie per comunicazioni sicure e banda larga); Osservazione della terra (realizzazione di una costellazione satellitare ad alta frequenza di rivisita e lancio del progetto CyberItaly); Space factory (linee integrate per produzione, integrazione e collaudo di piccoli satelliti in Italia); Accesso allo spazio (tecnologie innovative per la prossima generazione di sistemi di trasporto); In-orbit economy (capacità di fornire la manutenzione in orbita di satelliti e infrastrutture). A parte c’è il tema dei lanciatori, dominato dall’industria francese, in cui l’Italia ha acquisito una capacità autonoma grazie al Vega di Avio. «È un dossier strategico per il paese e il governo se ne sta occupando con grande attenzione. Sono in corso interlocuzioni anche con gli altri paesi, a cominciare dai partner europei. Una nota positiva è il ritorno al volo di Vega», dice Tabacci.

L’interlocuzione con la Francia

Il 19 marzo il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire e il responsabile del Mise, Giancarlo Giorgetti, hanno parlato della costituzione di un gruppo di lavoro per rafforzare le collaborazioni nei lanciatori, aperto anche alla Germania. Cosa è stato fatto? «Ho parlato dell’importanza di un “tavolo a tre gambe” affinché si regga in piedi, i bilaterali non hanno dato grandi risultati», osserva Tabacci. «In questi giorni farò incontri con gli ambasciatori di Francia e Germania, poi cercherò di vedere i due ministri. Il futuro delle tecnologie spaziali europee richiede una stretta collaborazione tra Francia, Germania, Italia. Abbiamo la necessità di ragionare in un formato che metta insieme gli interessi dei tre paesi, secondo una linea che si sta affermando nella visione del governo. Lo spazio può essere parte di questo lavoro comune, non solo per i lanciatori, ma anche per altre collaborazioni industriali, le tecnologie quantistiche e grandi temi di sostenibilità su cui l’Italia ha competenze, come quello dei detriti spaziali». «Sarà importante anche mantenere e sviluppare le collaborazioni con Stati Uniti e Nasa». Tabacci intende visitare i 12 distretti tecnologici regionali. «In questo fine settimana con il ministro Luigi Di Maio andiamo in Campania».

Fonte: Il Sole 24 Ore