Pompei, l’area archeologica diventa modello di nuova tecnologia

C’è una Pompei archeologica, molto nota nel mondo intero, e c’è una Pompei tecnologica meno conosciuta. Ma è questo aspetto della antica Pompei che ha interessato l’Osservatorio Startup Intelligence del Politecnico di Milano che ha appena concluso una missione sotto al Vesuvio accompagnando in una due giorni 25 grandi aziende italiane che, a Pompei, hanno incontrato alcune startup del Sud allo scopo di sviluppare tecnologie innovative. «La nostra vera scoperta – dice Alessandra Luksch, direttrice dell’Osservatorio – è Pompei per il livello di digitalizzazione già raggiunto rappresenta un unicum».

Due giorni sotto al Vesuvio

L’Osservatorio Startup Intelligence tecnologi, botanici e sociologi, ha la missione di far incontrare grandi imprese e startup. Ha così promosso la missione a Pompei con 25 grandi aziende che hanno presentato i propri progetti, alla ricerca anche di nuovi partner. Le grandi aziende coinvolte – ACI, Amadori, Aria Spa, Banca Mediolanum, BPER Banca, Bticino, Ferrovie dello Stato Italiane, Gruppo Enercom, Gruppo Hera, Inail, Janssen, Leonardo, MIPU, Mooney, Movyon, Parmalat, Poste Italiane, Q8, Rai Way, Smartpaper, Sogei, Terna, TIM, Unicoop Firenze, Unipolsai, tra i partner dell’Osservatorio Startup Intelligence del Politecnico di Milano – sono state accolte da Gabriel Zuchtriegel, Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei. Hanno ammirato le bellezze degli scavi ma anche gli interventi tecnologici tra cui il progetto “RePAIR”, acronimo di Reconstruction the past: Artificial Intelligence and Robotics meet Cultural Heritage, la prima applicazione tecnologica d’avanguardia utilizzata per la ricostruzione fisica di manufatti archeologici, in gran parte frammentati e di difficile ricomposizione, illustrato dal prof. Marcello Pelillo, coordinatore del progetto e professore di Intelligenza artificiale all’Università Ca’ Foscari Venezia.

Le grandi imprese incontrano sette startup

Le aziende hanno incontrato inoltre sette startup del Sud Italia: Tobe, che permette, tramite proiettori a LED Li-Fi e contenuti multimediali direttamente dallo smartphone, di rivivere lo storico concerto che i Pink Floyd tennero a Pompei nel 1971; Develhope, software house e scuola per competenze digitali siciliana; GipsTech, che fornisce avanzate tecnologie di localizzazione indoor e le relative applicazioni; AMV Idea Lab, startup siciliana che ha realizzato un chatbot (assistente turistico virtuale) per organizzare la vacanza con l’Intelligenza Artificiale; Sense Square, che monitora e permette di analizzare la qualità dell’aria tramite l’utilizzo di diversi sensori nell’ambiente; Messagenius, un’app di messaggistica sicura enterprise; Coderblock, la piattaforma SaaS per la creazione automatizzata di mondi virtuali e metaversi. Presente poi Milestone System, società che già opera all’interno di Pompei, fornendo l’infrastruttura tecnologica che mette in comunicazione le telecamere presenti all’interno dell’area.

Pompei esempio unico in Italia

«Negli ultimi anni il Parco Archeologico di Pompei ha conosciuto una forte accelerazione sul fronte dello sviluppo tecnologico e rappresenta un esempio di innovazione aperta unico nel suo genere in Italia – afferma Alessandra Luksch, Direttore dell’Osservatorio Startup Intelligence – Il progetto Smart@Pompei ha portato allo sviluppo e all’applicazione, all’interno del parco, di tecnologie per il controllo delle presenze, per la sicurezza, per la conservazione dei beni». Basta fare qualche esempio. La dorsale principale del sistema tecnologico integrato di Pompei è rappresentata dalla rete a fibra ottica e da una rete senza fili (wireless) realizzata mediante punti di accesso con i quali è possibile erogare servizi necessari in base alle esigenze, soprattutto in riferimento al supporto ai visitatori con disabilità. «Grazie alla tecnologia dell’Internet of Things, il sistema tecnologico integrato è modulabile e flessibile, per aggiungere in qualsiasi momento ulteriori dispositivi o componenti, sensori utili alla gestione ottimizzata e sostenibile del sito», illustra Alberto Bruni, Responsabile Smart@POMPEI.

Fonte: Il Sole 24 Ore