Prodi: «Il centrosinistra? Speriamo non gli prenda la bertinottite». L’ex leader Prc: «Se l’è legata al dito»
Dopo le sue critiche al «centrosinistra che ha voltato le spalle all’Italia», c’è stata anche una telefonata di chiarimento con la segretaria del Pd? «Sì, Schlein mi ha chiamato. Ci siamo sentiti spesso nelle ultime settimane. Ho ribadito quanto sostenuto in pubblico. La mia preoccupazione è che una parte dell’elettorato si allontani dal centrosinistra perché ritiene che dall’opposizione arrivi una lettura troppo ristretta della società, non sufficiente per un’alternativa concreta di governo». Sono alcuni passaggi dell’intervista al Corriere della Sera del fondatore dell’Ulivo Romano. L’ex premier ed ex presidente della Commissione Ue ha poi ragionato sulla tenuta del campo largo. Lo ha fatto rimarcando che «nella mente di Conte non è ancora definito quello che lui pensa sia il suo ruolo». Poi l’affondo: «Se il centrosinistra uscirà vincitore dalle politiche auguriamoci che non gli prenda la bertinottite. Alla fine uno dei due leader, tra Schlein e Conte, dovrà riconoscere che l’altro ha vinto. Ma prima, ben prima, occorre un modello di coalizione ampia, con un programma capace di intercettare una platea che vada oltre gli attuali confini».
«Bertinottite? E’ un’ossessione…» ha replicato Fausto Bertinotti, ex leader del Prc, intervenuto a L’Aria che Tira replicando all’intervista di Prodi che lo chiamava in causa. Prodi se l’è legata al dito? «Io no, lui sì», ha risposto. «Se ci siamo sentiti? Qualche volta, rarissimamente. Non è un grande calore…». «Ma visto che so che Prodi ha rapporti confidenziali con gli Stati Uniti – ha suggerito ironizzando anche su un altro passaggio dell’intervista che riguardava il neo sindaco di New York – gli direi che invece di avere l’incubo di Bertinotti, abbia il sogno di Mamdani e vada a vedere con quale programma ha vinto».
Nel 1998 Rifondazione comunista, guidato da Bertinotti, ha votato contro la manovra finanziaria per il 1999, ritenendo inaccettabile l’impianto sociale e chiedendo correzioni a favore dei poveri e contro le disuguaglianze. Il 9 ottobre 1998, il governo Prodi I cadde dopo aver perso una questione di fiducia alla Camera dei deputati (312 voti favorevoli, 313 contrari), proprio perché il Prc aveva ritirato il suo appoggio esterno.
Fonte: Il Sole 24 Ore