Risparmio energetico nel food? Soluzioni in arrivo dalle start up

Molto interessanti anche le valutazioni riguardo ai finanziamenti ottenuti. Delle 2.157 start up analizzate in totale le 873 orientate alla sostenibilità hanno ottenuto complessivamente tra il 2017 e il 2021 finanziamenti 6,4 miliardi di dollari ovvero una media di 7,3 milioni a start up sostenibile. Un dato rilevante considerato che il totale delle start up ha raccolto 19,2 miliardi di dollari a livello mondiale, con una media di 8,9 milioni a start up.

A livello territoriale le start up sostenibili sono state finanziate in Nord America con 3,2 miliardi di dollari (8,7 milioni a startup), in Asia con 2 miliardi, (10,9 milioni), in Europa 911 milioni (4,1), in Sudamerica 101 milioni (2,1). In Italia (dove le startup sostenibili sono il 37% del totale in linea con il 40% della media globale) hanno raccolto 16 milioni, 1,6 a start up.

«L’intera tematica della sostenibilità va ripensata alla luce del contesto – spiega la direttrice dell’Osservatorio Food Sustainability, Giulia Bartezzaghi –. L’esplosione dei costi energetici e produttivi ci sta ponendo di fronte a un problema di grave crisi alimentare, di sicurezza alimentare e nutrizionale a causa delle dinamiche innescate prima dalla pandemia e poi dalla guerra. Sono problemi complessi che richiedono diversi livelli di risposta. Uno è certamente quello che spetta ai Governi, ma anche le imprese possono e devono fare la loro parte. E questo è il motivo per cui abbiamo attivato questo monitor sulle giovani imprese che promuovono nuove soluzioni».

Uno dei punti chiave riguarda la catena del freddo. «Un aspetto fondamentale della filiera agroalimentare – aggiunge Bartezzaghi – messo sotto pressione dall’emergenza energetica. Tuttavia, non è pensabile innalzare le temperature di conservazione degli alimenti altrimenti verrebbe meno la sicurezza alimentare. Per questo ci stiamo concentrando e promuovendo quelle soluzioni messe a punto da alcune start up italiane che puntano sull’efficientamento energetico della filiera e mettono sotto la lente i passaggi del prodotto da un attore a un altro e nei quali si concentrano le dispersioni di temperatura e gli sprechi energetici.

Alcune start up lavorano proprio sul monitoraggio delle temperature e sullo stato di conservazione dei prodotti con soluzioni come packaging o etichette intelligenti che forniscono in tempo reale un alert sul mantenimento o meno delle giuste temperature e sul possibile deterioramento del prodotto. Altra tecnologia molto interessante e finora utilizzata solo nella conservazione dei prodotti ittici è quella che punta su una soluzione salina refrigerante che consente di conservare il prodotto aumentandone la shelf life senza ricorso a infrastrutture che necessitano di energia elettrica e che potrebbe essere estesa anche ad altre filiere».

Fonte: Il Sole 24 Ore