Sanità, il Tar dà ragione a De Luca: la Campania esca dal piano di rientro
La sanità della Campania può uscire dal piano di rientro dei debiti precedenti e tornare regolarmente in gestione alla Regione. Il Tar dà ragione alla battaglia che il governatore Vincenzo De Luca porta avanti da oltre due anni e diffida il ministero della Salute: deve far uscire “immediatamente” la Regione dal Piano. De Luca aspettav.a la sentenza per chiudere definitivamente il calvario della sanità della Campania, commissariata nel 2009 e da cui è uscita nel dicembre 2019, rimanendo però nel piano di rientro. E oggi parla di una «vittoria straordinaria», una «battaglia vinta nell’interesse dei nostri concittadini e delle nostre famiglie». A stretto giro la risposta del dicastero: «Il Ministero della Salute presenterà immediatamente appello al Consiglio di Stato».
Il lungo scontro tra Regione e ministero
Il verdetto del Tribunale amministrativo regionale arriva dopo uno scontro duro e lungo tra Regione e Governo che, nonostante i passi avanti fatti dalla regione, continuava a tenere in piedi il piano di rientro. “Stiamo pensando di denunciare per concussione gli esponenti di governo presenti al tavolo al ministero – aveva rincarato la dose qualche giorno fa lo stesso governatore – per il danno economico che quei funzionari hanno provocato alla Regione. E’ anche uno scandalo vergognoso che la Campania sia ancora nel pianto di rientro e altre Regioni no».
De Luca: no del ministero usato in maniera strumentale
Il no del ministero, aggiunge oggi, «ha penalizzato in modo grave la sanità, le strutture convenzionate ed è stato usato in maniera strumentale». Nella sentenza, il Tar sottolinea che «la Regione Campania ha conseguito e mantenuto l’equilibrio di bilancio, mentre il diniego impugnato del Ministero della Salute pone l’accento sulla necessità di assicurare anche la piena garanzia dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lep), rilevando che alcuni obiettivi sono stati raggiunti, per le reti delle cure palliative, dei punti nascita e senologica, ma non altri per i quali si riscontra ’il mancato raggiungimento delle soglie minime per screening mammografico e colon-retto così come un ritardo grave nella copertura della rete residenziale anziani, che mantiene la Campania ultima in Italia su questo indicatore’».
Il Tar: soglie minime raggiunte
Ma ciascuna delle osservazioni del governo, dice ancora la sentenza, non muta la conclusione: la Regione ha «raggiunto la soglia minima per ciascun macro-livello» e, quindi «il ricorso va dunque accolto e va conseguentemente annullato il diniego del Ministero della Salute».
La posizione del Ministero della Salute
Opposta la posizione del dicastero che, in una nota, rileva come vada rimarcato che il nuovo Sistema di Garanzia dei LEA «è solo una parte del più complessivo sistema di valutazione degli adempimenti delle Regioni nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza ai cittadini. Ed è su questo piano complessivo che la Campania risulta ancora inadempiente su aspetti rilevanti che non consentono di certificare l’uscita dal piano di rientro». In particolare, «gli indicatori rilevano una Rete sociosanitaria insufficiente, cioè assistenza inadeguata ad anziani e fragili, e criticità strutturali nei programmi di screening oncologici». «L’equilibrio di bilancio, raggiunto a discapito dei servizi ai cittadini – sottolinea ancora la Salute – non può considerarsi sufficiente all’uscita dal Piano di rientro. Proprio per queste carenze, 18 mesi fa il Ministero della Salute, prima di autorizzare l’uscita dal Piano di rientro, aveva chiesto alla Regione Campania il raggiungimento di una serie di obiettivi fra cui recuperare la rete sociosanitaria; migliorare gli screening; stabilizzare e rendere adeguate le performance dei LEA. La Regione Campania non ha raggiunto questi obiettivi».
Fonte: Il Sole 24 Ore