Sicurezza, turismo e fotografia: la nuova vita del drone

Partire in vacanza con un patito della fotografia può rivelarsi una esperienza drammatica se non condividete con lui le stesse passione. Ma ancora peggio vi può andare se l’abbinamento è foto-drone.

Prepararsi a usare un drone

La gestione di un quadricottero è una pratica time-consuming, per usare un eufemismo, che rischia di prendervi minuti preziosi del vostro tempo libero: carica il drone in auto, scarica il drone, monta, smonta, accendi, metti in carica, fai decollare, fai volare, fai atterrare e a volte, spesso, vai a cercare dove si è cacciato.

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Poi c’è la preparazione che vuole dire scegliere la location, accertarsi di non avere persone intorno, calcolare la portata della linea visuale, accertarsi di avere un osservatore, accertarsi di sapere quello che si sta facendo.

La normativa

Per fortuna da un anno i droni sono usciti definitivamente da un far west normativo dove tutti potevano fare tutto, modello monopattino. Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo, anche per i droni sopra i due chili e mezzo di peso serve un patentino.

Oltre all’immatricolazione e all’osservanza della normativa europea Gdpr, nel senso che non si può violare la privacy delle persone o, per esempio, far volare il proprio veicolo sopra un aereoporto o una caserma militare. Le spese non sono eccessive, ma occorre allocare un po’ di tempo (e di ore di guida) per acquisire sicurezza, non essere un pericolo per chi vi sta intorno e potere concretamente ambire a tornare con riprese degne del migliore filmino vacanziero. Sempre a patto di avere il migliore drone a disposizione per la bisogna.

Fonte: Il Sole 24 Ore