Svizzera, l’economia rallenta ma evita la recessione
L’economia svizzera rallenta, ma evita la recessione. Timori che erano sorti non soltanto a causa delle conseguenze dei colpi di freno complessivi dell’economia mondiale, ma anche e specificamente a causa della contrazione in corso in Germania, maggior singolo partner commerciale della Confederazione. Le previsioni di questi giorni della Segreteria di Stato dell’economia (Seco) e della Banca nazionale svizzera (Bns) hanno posto un argine abbastanza chiaro alle paure in campo elvetico.
Rischio stagnazione
Dopo un primo trimestre solido e un secondo trimestre invece in stagnazione, la Seco prevede ora per quest’anno una crescita economica svizzera pari all’1,3%, di 0,2 punti percentuali superiore alle sue previsioni del giugno scorso; per il 2024 la nuova stima è 1,2%, 0,3 punti in meno rispetto a quanto previsto in precedenza, ma appunto parliamo anche per l’anno prossimo di segno positivo e non di recessione.
La spinta dagli eventi sportivi
Queste cifre sono al netto degli eventi sportivi, la Svizzera è infatti sede di grandi organizzazioni (ad esempio Fifa e Uefa) che con le loro manifestazioni internazionali creano un ampio indotto economico. Il Pil elvetico al lordo degli eventi sportivi è visto dalla Seco in aumento dello 0,8% nel 2023 (stima invariata) e dell’1,6% nel 2024 (-0,2 punti rispetto alle previsioni di giugno). La Banca nazionale svizzera dal canto suo si è limitata a fare la sua previsione su quest’anno, indicando una crescita dell’1% circa, nettamente inferiore al 2,4% del 2022 ma pur sempre in territorio positivo e dunque rassicurante.
Tassi fermi all’1,75%
La Bns ha deciso di lasciare il tasso di riferimento sul franco all’1,75%, evitando per ora altri rialzi. Una decisione consentita dal livello dell’inflazione elvetica, inferiore a quelli delle maggiori aree economiche. In agosto il tasso di inflazione svizzera su base annua si è fermato all’1,6%, una percentuale che è ben al di sotto del picco del 3,5% di un anno prima e che è all’interno della fascia 0%-2%, obiettivo della Banca nazionale. Questa fascia è però naturalmente da calcolare in media annua, alcuni mesi non bastano; la Bns dunque si è presa una pausa ma non esclude altri rialzi dei tassi, dipenderà dall’evoluzione dei prezzi nei prossimi mesi. L’istituto centrale comunque prevede ora medie annue di inflazione del 2,2% sia per il 2023 sia per il 2024 e dell’1,9% per il 2025. La Seco è un po’ più ottimista della Bns e prevede il 2,2% per quest’anno e l’1,9% già per l’anno prossimo.
La forza del franco
A limitare l’inflazione elvetica contribuisce in modo non secondario la forza del franco, che rende di fatto meno care le importazioni. E la Bns intende operare, anche attraverso le vendita di valute estere, per tenere alto il franco in questa fase.A determinare il rallentamento dell’economia svizzera secondo la Seco sono soprattutto il freno agli investimenti provocato dai rialzi dei tassi di interesse decisi sin qui e alcuni ostacoli alla crescita delle esportazioni dovuti appunto all’apprezzamento del franco (è l’altra faccia, quella non positiva, della forza della moneta).
Fonte: Il Sole 24 Ore