Trasporto merci su rotaia, mancano 3mila macchinisti

Dopo l’allarme sul caro energia lanciato mercoledì al forum Mercintreno dalle imprese ferroviarie del trasporto merci ora si apre un nuovo fronte: quello dell’occupazione. FerMerci, l’associazione che raggruppa i principali operatori del cargo ferroviario attivi in Italia (tra cui Mercitalia del Gruppo Fs, Hupac, Medlog e Medway del gruppo Msc, Rail traction company del gruppo Autobrennero), propone al governo di lanciare un grande piano nazionale per il reclutamento e la formazione di giovani macchinisti.

Spiega FerMerci: «Il settore lamenta da tempo la carenza di addetti alla circolazione ferroviaria, in particolare macchinisti, stimata in circa 3mila unità e, nonostante la disoccupazione giovanile diffusa in Italia, sono ancora inadeguati gli strumenti normativi necessari per il sostegno dell’attività formativa di nuovo personale». Secondo FerMerci, l’orizzonte temporale di questo piano dovrebbe essere il prossimo triennio.

Invecchiamento forza lavoro

In Europa, nel settore ferroviario, l’invecchiamento della forza lavoro continua a rappresentare una preoccupazione, soprattutto per Spagna, Grecia e Italia, dove oltre il 50% dei lavoratori ha più di 50 anni e gli occupati under 30 rappresentano meno del 5% del totale. Oggi in Italia la quota di mercato del cargo ferroviario è dell’11,9%, al di sotto della media europea (16,8%), assai inferiore al dato della Svizzera e dell’Austria (intorno al 35%) e molto più bassa di quella degli Stati Uniti (46%).

Tuttavia, l’Unione europea punta moltissimo sullo sviluppo del cargo ferroviario, per ridurre il numero di Tir in circolazione sulle strade d’Europa e trasferire dalla gomma al ferro i maggiori volumi possibili di merci sulle distanze superiori ai 300 chilometri. È ragionevole pensare che, nonostante le difficoltà del momento, il settore del cargo ferroviario sia destinato a crescere nei prossimi anni. Da qui la ricerca di nuovo personale.

Il problema della formazione

Dice ancora FerMerci: «Accanto al reclutamento c’è il problema della formazione. Un macchinista, per essere formato e diventare operativo, richiede un percorso che va dai 6 ai 9 mesi. Oggi dobbiamo iniziare a investire sulle risorse che dovranno essere pronte al momento della ripresa economica. Serve un investimento che orienti i giovani verso i settori che possono garantire una piena occupazione. La formazione è un investimento anticiclico». Nel Pnrr il sostegno all’occupazione giovanile è presente in maniera trasversale in tutte le missioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore