Trattato Italia-Francia, che significa per l’aerospazio

C’è un accordo sullo spazio tra Italia e Francia che accompagna il Trattato del Quirinale. Riguarda i lanciatori che portano in orbita i satelliti. È stato firmato venerdì 26 novembre dai ministri Vittorio Colao (Innovazione tecnologica) e Bruno Le Maire (Economia) dopo una notte di messa a punto, al termine di tre mesi di «intensi negoziati», dice un comunicato congiunto. L’intesa, spiega una fonte autorevole, prevede nuovi investimenti dei due Paesi per rafforzare la competitività dei lanciatori Ariane 6 e Vega C, sviluppati il primo da ArianeGroup (azienda controllata da Safran e Airbus) nel Nord della Francia e in Germania, il secondo dall’italiana Avio a Colleferro. Per entrambi il primo volo è previsto l’anno prossimo da Kourou, nella Guyana francese, a marzo il Vega C, a metà 2022 il grande Ariane 6, al quale collabora anche Avio per il 10% del programma.

Spazio settore chiave per Italia e Francia

«I ministri – dice il comunicato – riconoscono che lo spazio è un settore chiave per la competitività e costituisce un prerequisito per le capacità strategiche di entrambi gli Stati. L’accesso autonomo dell’Europa allo spazio deve essere conservato e rinforzato. L’intesa italo-francese sui lanciatori consolida la cooperazione tra i due Paesi (…), basata sui futuri lanciatori Ariane 6 e Vega C, affinché l’Europa possa svolgere in pieno il suo ruolo come leader in un settore in continua evoluzione. Questo accordo pone, in particolare, le fondamenta per una maggiore competitività sia della propulsione liquida, sia di quella solida grazie all’ottimizzazione industriale e alla cooperazione rafforzata concordata dai gruppi di lavoro».

La questione dei satelliti per internet

L’accordo prevede, inoltre, ulteriori «sviluppi tecnologici che consentiranno di posizionare Ariane sul mercato emergente delle mega-costellazioni e riconosce l’ambizione italiana nell’osservazione della terra». Tema caro al commissario Ue Thierry Breton, che vorrebbe lanciare una costellazione europea con almeno 600 satelliti, per connessione a internet, telecomunicazioni, comunicazioni militari. «Stamattina suggelliamo un importante accordo in materia di spazio, che va a dare un nuovo impulso a questa industria così importante per le nostre attività civili e militari», ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron. Il premier Mario Draghi ha osservato: «Proprio mentre firmavamo il trattato si è concluso un accordo di cooperazione in tema di spazio tra Italia e Francia, frutto di un negoziato intenso che ha portato a un risultato di successo». Italia e Francia – secondo Colao – «hanno competenze diverse ma condividono l’esigenza di essere più efficienti, coinvolgere imprese private, startup, tutto il mondo del data analytics (…) e l’accordo sui lanciatori è una parte importante perché mette le basi per i prossimi dieci anni di lavoro assieme».

Germania «invitata» per un nuovo accordo

Il Trattato dice che per l’accesso allo spazio Italia e Francia sostengono «il principio di una preferenza europea attraverso lo sviluppo, l’evoluzione e l’utilizzo coordinato, equilibrato e sostenibile dei lanciatori istituzionali Ariane e Vega». C’è un richiamo alla cooperazione bilaterale «a livello industriale, scientifico e tecnologico, in particolare nel quadro della Ue e dell’Agenzia spaziale europea». Il 19 marzo 2021 a Roma Le Maire aveva detto, dopo un incontro al Mise con il ministro Giancarlo Giorgetti: «Con Giorgetti abbiamo deciso di costituire un gruppo di lavoro italo-francese sui lanciatori spaziali. Sarà un accordo a tre Italia, Francia e Germania. Puntiamo a raggiungere un accordo con la Germania entro luglio». I tedeschi però non ci sono. «È già stato difficile fare un accordo a due», osserva un alto esponente dell’industria spaziale.

Fonte: Il Sole 24 Ore