Turismo, prove di ripartenza con neuroscienze e algoritmi

Con due anni alle spalle più che difficili il turismo prova a ripartire. Secondo Statista, lo scorso agosto i turisti in entrata nel nostro Paese sono stati quasi 7 milioni, un dato migliore di quello dell’estate 2020 ma al di sotto degli 11 milioni del pre-Covid registrati ad agosto 2018 ed agosto 2019. Mentre per l’Istat, le prenotazioni dei residenti in Italia hanno toccato il loro minimo storico, sia per le vacanze leisure sia per i viaggi di lavoro. Ecco come gestire la vulnerabilità del momento con la tecnologia

Intelligenza artificiale a supporto delle prenotazioni

Chi lavora nel settore del turismo e in tutta la filiera dell’hospitality si trova ancora oggi di fronte alla necessità di gestire la ripartenza adattandosi ai nuovi modelli di modi di viaggiare, cercando di prevedere la natura dei nuovi flussi turistici. Pensiamo alle città d’arte come Roma, Firenze e Venezia, che basavano gran parte della loro attività sull’incoming asiatico ed extra-continentale e sono chiamate oggi a riempire le strutture con la clientela locale ed europea. Come operare al meglio in un contesto, come quello attuale, in cui la situazione si modifica continuamente e repentinamente? Una delle risposte possibili è la tecnologia, e in modo particolare l’intelligenza artificiale, grazie alla sua capacità di raccogliere ed elaborare dati e di trasformarli in indicatori utili a definire (e mettere in pratica) strategie per intercettare i nuovi desideri di dei viaggiatori. Cosa fa l’AI? Comprende un’ampia gamma di preferenze personali (destinazioni preferite, budget, servizi e tipologia di escursioni desiderate…) che entrano in gioco nella ricerca e nella pianificazione del viaggio e aiuta la struttura a profilare i viaggiatori e a soddisfarne più facilmente le richieste, restringendo il campo di analisi per garantire l’offerta o la prenotazione più personalizzata sulla base della ricerca effettuata dal cliente. E una volta convinto il cliente alla prenotazione, il compito delle chatbot si trasferisce all’interno della struttura, aiutando il personale di concierge e della reception ad automatizzare le richieste ripetitive degli ospiti.

Tecnologia per limitare gli effetti della Pandemia

La variante Omicron ha riportato indietro di mesi gli operatori del turismo e riproposto con forza il concetto che – per gestire il cambiamento in atto nel settore del travel – del digitale non si può e non si potrà più fare a meno. È un dato di fatto che nella stragrande maggioranza delle strutture alberghiere italiane si sia registrata negli ultimi 18 mesi un’impennata nell’implementazione di soluzioni contactless e touchless, dai chioschi per i self check-in ai sistemi per entrare in camera senza chiavi fisiche tramite lo smartphone per arrivare alla realtà virtuale. In attesa di un futuro prossimo costellato di viaggi nello spazio e di acquisti di pacchetti vacanza in criptovaluta, gli operatori turistici hanno sin d’ora l’imperativo di guardare a modelli di engagement “data driven” e la possibilità di sperimentare tecniche di neuromarketing per prevedere i bisogni del cliente in tempo reale. E dando per scontato che la maggior parte dei viaggi di lavoro o per vacanza sarà prenotata direttamente online (secondo Expedia, si visitano in media 38 siti durante la pianificazione di un viaggio), ecco che i portali turistici vanno ripensati e ottimizzati unendo psicologia, neuroscienze ed aspettative dell’utente. Perché l’obiettivo finale è quello di creare una customer experience realmente emozionale, oltre che completamente personalizzata.

Con “Frank” prezzi dinamici e prenotazioni assicurate

Agenti virtuali che, grazie alla modellazione predittiva basata su intelligenza artificiale, calcolano l’impatto futuro di ogni decisione prima che questa venga presa, con risultati granulari e specifici. Fantascienza? No. È il “modus operandi di “Frank” e “James”, gli assistenti digitali sviluppata dall’italiana Vedrai. Il loro compito? Aiutare i manager del turismo e dell’hospitality a monitorare i trend di mercato (l’aumento di soggiorni legati al benessere e al ritorno alla natura, per esempio) e a prevedere la curva di domanda dei diversi prodotti (dai pacchetti vacanze ai voli fino alle crociere) anche in funzione di variabili spesso determinanti per l’acquisito come il prezzo. Grazie all’agente virtuale Frank e agli algoritmi che ne gestiscono l’operato, è infatti possibile individuare in modo dinamico l’offerta giusta da proporre al momento giusto in base alla tipologia di utente o al momento dell’acquisto, aumentando di conseguenza le possibilità di margini più elevati per i servizi offerti, a cominciare dalle stanze di un hotel o di un B&B. E non solo. Strumenti come “Frank” promettono di fare previsioni dell’occupazione accurate fino al 95%, nonostante tutte le anomalie che contraddistinguono questo periodo.

Fonte: Il Sole 24 Ore