“Una ragazza brillante”, un ritratto adolescenziale dall’esito altalenante
Un cortometraggio si trasforma in un lungometraggio d’esordio: è questa la strada compiuta da “Una ragazza brillante”, opera prima di Agathe Riedinger, regista francese che ha sviluppato questo progetto prendendo come base un suo corto del 2018, “J’attends Jupiter”.
Di quel film di 23 minuti, Riedinger mantiene la struttura narrativa, incentrata su Liane, una ragazza di 19 anni che vive con la madre e la sorella più piccola. Ossessionata dall’idea di diventare famosa grazie al suo aspetto fisico e ai suoi follower sui social network, Liane ha una grande speranza di poter cambiare la sua vita quando viene chiamata per un’audizione per un reality show di successo.
Girato in diverse sequenze con la videocamera a mano, così da far sentire ancora più da vicino i turbamenti della giovane protagonista, “Una ragazza brillante” è un film sull’adolescenza che si collega a tante riflessioni sul mondo di oggi e sulla necessità per molti giovani di dover risultare appariscenti a tutti i costi, essere visti e sentirsi vivi in un mondo sempre più dominato da logiche digitali.
Con il giusto trasporto emotivo, la regia di Riedinger empatizza fortemente con il personaggio principale, senza però dimenticare di offrire spunti d’interesse anche sulle figure di contorno (nel cast c’è anche Alexis Manenti, diventato famoso con “I Miserabili” di Ladj Ly).
Un film che sa troppo di già visto
Il pregio principale di quest’opera prima è la capacità di coinvolgere, grazie anche a un discreto ritmo di montaggio, ma allo stesso tempo ci sono limiti evidentissimi in una sceneggiatura che sa troppo di già visto e nel trattare spunti che altri hanno maneggiato con maggiore cura e spessore negli ultimi anni: basti pensare, sul tema degli influencer, allo splendido “Do Not Expect Too Much From the End of the World” di Radu Jude, visto in concorso al Festival di Locarno 2023.
Fonte: Il Sole 24 Ore