Usa, accordo sul piano Biden per il rilancio delle infrastrutture

Accordo raggiunto al Congresso americano sul piano bipartisan per il rilancio delle infrastrutture americane, che promette uno dei maggiori investimenti federali nella storia del Paese in grandi opere, da strade e ponti a acquedotti, trasporto di massa e broadband Internet.

Una pattuglia di senatori moderati repubblicani e democratici ha indicato che «i principali nodi» sui dettagli sono stati sciolti, nelle parole del conservatore Rob Portman. «Abbiamo un’intesa», ha aggiunto la democratica Kyrsten Sinema. Il leader democratico del Senato Chuck Schumer ha subito fatto sapere che un voto per far avanzare la legislazione cara al Presidente Joe Biden era imminente, fin dalla notte di martedì.

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Le pressioni di Corporate America

La svolta è giunta in un clima di crescenti pressioni per sbloccare il progetto. Anche la Corporate America è scesa in campo nelle ultime ore. I leader di 146 grandi gruppi – da Larry Fink di BlackRock e Stephen Schwarzman di Blackstone fino a Mary Barra di Gm e Logan Green di Lyft – hanno recapitato al Congresso una lettera-appello. Hanno chiesto di scongiurare ogni rischio che la legislazione – oltre mille miliardi di dollari in otto anni – rimanesse ostaggio di battaglie politiche impedendo un completamento del suo varo entro la pausa estiva del Parlamento, dal 9 agosto al 10 settembre.

«Il Bipartisan Infrastructure Framework è disperatamente necessario per rinnovare e ricostruire le nostre infrastrutture fatiscenti», hanno denunciato i chief executives. Di più: rafforzare e modernizzare la rete fisica e digitale è «fondamentale per una crescita sostenibile del Paese», non solo cioè per il risanamento dalla recente crisi ma per la futura competitività dell’economia. Il piano, hanno promesso, sarà accompagnato da ingenti investimenti privati. E hanno citato il consenso popolare – 8 americani su dieci nei sondaggi – ottenuto dalle grandi opere.

Trattativa lunga e difficile

Le trattative per siglare l’intesa sono state però lunghe e difficili, coinvolgendo sia Congresso che Casa Bianca nonostante le ufficiali espressioni di ottimismo. Una tensione tradita fino all’ultimo dalle polemiche che hanno complicato un’intesa di principio annunciata ormai oltre un mese fa dalla pattuglia bipartisan di moderati. Le parti sono state ai ferri corti su capitoli cruciali: da una formula che nei trasporti vede l’80% di fondi alle strade e il 20% al trasporto di massa, all’inserimento di requisiti su salari e condizioni di lavoro, da fondi per Internet veloce e qualità dell’acqua potabile in aree disagiate ai veti incrociati sul reperimento di risorse da balzelli sulla benzina (favoriti dai repubblicani) o dalla lotta all’evasione potenziando il fisco (invocata dai democratici).

Fonte: Il Sole 24 Ore