Viaggi 2021, tra ranch e piccoli borghi. Parola d’ordine: rigenerarsi

Qualche settimana fa, due amici hanno visto alla tv un servizio dedicato alle Maldive, uno dei posti più incantevoli e invitanti del mondo, che sono appena state premiate come “Leading Destination” ai World Travel Awards 2020. Spinti dall’entusiasmo, gli amici hanno prenotato, senza remore, due voli per metà gennaio: poco più di 700 € a persona, assicurazione inclusa. Passata l’euforia, sono cominciate le domande: ma se, una volta arrivato, ti fanno il tampone e risulti positivo, dove finisci? (Su un’isola preposta alla cura e alla convalescenza da Covid 19, ndr). Chi paga il soggiorno e le spese mediche? (Il viaggiatore). Rimborsano le notti non spese in resort? (Sì, con voucher). Quando si può tornare in Italia? (A tampone negativo). Ora è tutto difficile, ovunque si voglia andare, ed è consigliabile affidarsi a un’agenzia, possibilmente specializzata sulla destinazione, per gestire i piani di volo, i protocolli sanitari, gli imprevisti, almeno finché non si debella il Coronavirus.

L’Anno Zero del turismo

È impossibile fare previsioni per il 2021. Anche se nessuno sa cosa accadrà esattamente, una cosa è chiara: non potremo viaggiare con la stessa libertà e spensieratezza di prima. Partire non sarà più una questione di budget e di tempo. Anche il collegamento tra Italia e Regno Unito, fino a qualche mese fa facile come prendere il metrò, è diventato un’avventura di molte ore e scali, figurarsi andare a New York o a Tokyo. Di sicuro, la ripresa sarà lenta. Questa crisi inattesa ha messo in ginocchio l’industria dei viaggi, dalle compagnie aeree ai piccoli alberghi, senza distinzione: secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, sono stati persi 142.6 milioni di posti di lavoro 3,815 miliardi di dollari. Ma nel disastro generale qualcuno vede un’opportunità per ripensare al settore in una prospettiva nuova, più rispettosa nei confronti del pianeta. Da qualche anno infatti il turismo è sotto i riflettori: nel bene (è tra le prime industrie per fatturato nel mondo) e nel male (per l’inquinamento, aereo e navale in primis, e il depauperamento culturale di cui è responsabile). Sono nati movimenti di opinione e imprese lungimiranti che cercano di riportare l’attenzione sull’ambiente, sulla cultura e sulle tradizioni delle destinazioni. Gli stessi viaggiatori oggi sono più sensibili alle urgenze ecologiste. Secondo il Sustainable Travel Report di Booking.com, nel 2019, 10 milioni di utenti Skyscanner hanno scelto di volare con compagnie che dichiarano emissioni ridotte di CO2, e il 68% ha espresso il desiderio di investire su esperienze di viaggio che coinvolgono direttamente la popolazione locale.

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Cosa cambierà? Meno viaggi, più organizzazione

Prima del Covid 19, eravamo abituati, e in alcuni casi addirittura ci entusiasmava, visitare una città affollata, passeggiare tra le bancarelle di mercati, cenare in un bistrò pieno di gente e eravamo disposti a fare la fila per una foto davanti al monumento iconico. Tutto ciò che generava ricordi di viaggio è diventato per molti ragione di ansia e paura. Oggi la distanza sociale è diventata una priorità e i viaggi di gruppo, occasione per conoscere nuove persone, vanno rimandati a tempi migliori.Viaggeremo meno, ma avremo più tempo per studiare i dettagli, dall’itinerario alle motivazioni che ci spingono a scegliere una meta invece di un’altra. È arrivato finalmente il momento di porsi una domanda essenziale per decidere dove andare: cosa cerco? Avventura, scoperta, romanticismo, relax, divertimento. Il viaggio ha una componente psicologica spesso sottovalutata nella scelta. Perciò per il 2021, invece di suggerire un elenco di mete meravigliose, la cui raggiungibilità dipende da vaccini, corridoi e collegamenti ancora incerti, proponiamo alcune linee guida per scegliere come viaggiare. Più che sostenibile.

Rigenerativo

Fino a oggi si è parlato di sostenibilità per cercare di limitare i danni che il turismo può causare. E se invece diventasse un modello di sviluppo per migliorare i luoghi e la vita di chi ci abita? Su questa idea è nata la piattaforma Regenerative Travel, che raggruppa più di 50 piccoli hotel in 24 paesi, dal Portogallo al Cile alla Riserva di Bawah, in Indonesia, che hanno scelto di operare in modo ecologico, coinvolgendo le popolazioni locali, rispettando le tradizioni – dalla cucina al wellness, all’artigianato – e restituendo al territorio valore economico e tutela. Nell’insieme, collaborano per creare economie di scala e si confrontano sulle pratiche rigenerative per l’ecosistema, coinvolgendo il viaggiatore sui macro temi, dalla biodiversità all’agricoltura, alle esperienze che riconnettono con la natura, come le settimane nelle fattorie autosufficienti del Far West con Ranchlands e i safari fotografici di Great Plains Conservation in Botswana, Kenya e Zimbabwe.

Destinazione benessere

Da una ricerca di HSBC sulle tendenze dei viaggi di lusso, il primo obiettivo è il benessere fisico e mentale, secondo il concetto “Health is the new wealth”, ovvero la salute è la nuova ricchezza. Antesignano e maestro in tal senso è stato Henri Chenot con un metodo all’avanguardia di cui oggi è diventato erede il dr. Gaitanos nel nuovo Chenot Palace Weggis, un centro medico con una spa di 5000 mq aperto lo scorso ottobre alle pendici del Monte Rigi sul lago di Lucerna, in Svizzera. Secondo Chenot, il segreto di longevità, salute e performance ottimali risiede nell’equilibrio che si instaura tra genetica, lifestyle e ambiente. Non si tratta solo di detossinare il corpo: l’esperienza innesca un’energia rigenerante e curativa che porta l’organismo a un nuovo stato di benessere. In una settimana si mettono le basi per uno stile di vita più sano, con un programma di alimentazione, esercizio fisico e trattamenti personalizzati.

Fonte: Il Sole 24 Ore