Vitale Barberis Canonico, più tessuti e più innovativi per superare la crisi del formale

Dal “quinternetto delle taglie” del 1663, che sancisce la nascita della manifattura, fino al gioco online dedicato al tessuto 21 micron: la lunghissima storia del lanificio Vitale Barberis Canonico è un patrimonio di eventi, innovazioni e idee che non teme la pandemia e i suoi effetti. «Anzi, dobbiamo reagire con ancor più creatività», spiega Alessandro Barberis Canonico, ad dell’azienda e membro della tredicesima generazione della famiglia proprietaria, dalla sede di Pratrivero, fra le Prealpi biellesi.

Quali cambiamenti avete introdotto negli ambienti di lavoro?
Nei nostri due impianti di produzione, qui nel biellese, dove abbiamo circa 400 dipendenti, abbiamo protocolli antiCovid molto stringenti: abbiamo separato i flussi, istruito le persone a indossare le mascherine, perlopiù oggi del tipo Ffp2, a sanificare il posto di lavoro e soprattutto a mantenere il distanziamento. Negli uffici abbiamo favorito lo smartworking. Abbiamo fatto moltissimi tamponi, e per fortuna abbiamo avuto pochi casi, 13, nessuno grave. Questa zona del Piemonte è stata meno colpita dal Covid rispetto al resto della Regione.

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Quali novità resteranno oltre la pandemia?
Sicuramente il mondo sarà diverso, le occasioni di uso dell’abbigliamento formale saranno diverse: se prima c’erano cerimonie, viaggi, incontri di lavoro, cene fra amici, ci sarà una revisione del nostro senso di socialità, dovremo abituarci a un mondo con meno interazioni. Saremo interconnessi in modo diverso, dietro gli schermi, e anche l’abbigliamento seguirà questa evoluzione. L’uomo vestirà in un modo che gli consenta di vivere in più ambienti: il lavoro da casa, l’andare a prendere i figli a scuola, il ritorno in ufficio per un appuntamento. Attività che richiedono un abbigliamento semi informale, più fluido, che definirei “decontracté”.

Avete riscontrato dei cambiamenti nelle aspettative e nei desideri dei clienti?
I nostri clienti non sono quelli finali, ma gli intermedi. Tutti ci hanno chiesto cose nuove, innovazione e personalizzazione sono i due grandi trend che stanno prendendo forma. Bisogna stimolare il mercato, iniziare a rispondere a questo cambiamento delle abitudini del cliente. Oggi si viaggia in modo diverso, non si va a cena ma magari a pranzo, si lavora da casa, dunque anche quello del confort è un tema molto sentito.

Rispetto alle collezioni che avevate preparato per la primavera-estate 2020, in che misura sono state ridotte quelle dell’autunno-inverno 20-21 e della primavera-estate 21?
In realtà noi abbiamo fatto il contrario, proprio per favorire i clienti e offrire più innovazione, per essere uno stimolo, appunto. Attaccare è meglio di stare fermi, di subire. Anche questa collezione avrà parti in più, non in meno.

Fonte: Il Sole 24 Ore