4 novembre, Mattarella: «Nuovi conflitti, serve una Difesa europea». Crosetto: «Oggi la pace non è più scontata»
Serve una Difesa europea, argine contro il proliferare di nuove aree di crisi. «Oggi nuovi conflitti si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo, interpellando la cornice di sicurezza costruita nel dopoguerra e le istituzioni poste a suo presidio. Il pericolo di allargamento del sanguinoso conflitto scatenato dalla aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa impone grande attenzione e un impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare, per la creazione di una comune forza di difesa europea che, in stretta cooperazione con l’Alleanza Atlantica, sia strumento di sicurezza per l’Italia e l’Europa». È quanto ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio al ministro della Difesa, Guido Crosetto, in occasione del 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. È la giornata dei soldati, dei marinai, degli avieri, dei carabinieri e del personale civile della Difesa, allo stesso tempo di tutti gli italiani. «Un commosso pensiero – ha affermato il Capo dello Stato – va a coloro che sono caduti, sacrificando le loro vite per l’Italia. È un sentimento che richiama soprattutto le giovani generazioni, affinché siano consapevoli della necessità di impegno a difesa dei valori della nostra Costituzione».
La giornata si è aperta con il presidente della Repubblica che ha raggiunto l’Altare della Patria per le celebrazioni. Il Capo dello Stato, accompagnato da Crosetto, ha ricevuto gli onori militari. Poi, accompagnato dalle alte cariche, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i presidenti di Senato e Camera Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana ha salito la scalea dell’Altare della Patria per l’omaggio al Milite ignoto. In tarda mattinata il Capo dello Stato ha raggiunto Ancona, per partecipare alla cerimonia in occasione del Giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate che si è svolta al Porto antico del capoluogo dorico. Al termine della cerimonia, c’è stato il sorvolo e l’esibizione delle Frecce Tricolori.
Crosetto: «La Difesa serve per evitare scenari di guerra qui»
In questa occasione il ministro della Difesa ha posto l’accento sul valore strategico della difesa. «Calcolate che da ieri a oggi sono morti 1.500 tra ucraini e russi in un fronte di cui non parliamo più perché ci siamo stancati di parlarne – ha ricordato a margine dell’iniziativa di Ancona -. Questo dà l’idea di cosa può succedere in uno scenario di guerra. Le forze armate e la difesa servono a far sì che non accada quello che accade in questi scenari. Facciamo il possibile perché la tregua si consolidi e diventi pace in Medio oriente e affinché si parta in Ucraina con una tregua. I russi hanno bombardato questa notte acquedotti, centrali elettriche e centrali di raffreddamento della centrale nucleare. Ogni giorno dove ci sono guerre avvengono cose che fanno male alle popolazioni civili. Noi come difesa ci attrezziamo per evitare che riaccada qui».
«Ora la guerra è anche invisibile»
Nel suo messaggio in occasione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, il ministro della Difesa ha sottolineato che oggi le minacce alla sicurezza sono invisibili. «Viviamo, oggi, tempi complessi, in cui la pace non è più scontata. Le guerre del XXI secolo, infatti, non si combattono solo sul terreno. Si combattono nello spazio, nel cyberspazio, nella dimensione cognitiva, attraverso una guerra ibrida e invisibile che si gioca sui dati, sull’informazione, sulle percezioni. Il tema di quest’anno, “Difesa, la forza che unisce”, non è uno slogan – ha continuato Crosetto – . È un principio concreto, un messaggio che attraversa ogni azione delle Forze armate. La Difesa lega territori e generazioni, collega città e borghi, accorcia le distanze tra la periferia e il cuore dello Stato. Unisce perché costruisce fiducia: tra istituzioni e cittadini, tra cittadini stessi, tra chi opera nei reparti e chi riceve la protezione dello Stato. Fiducia che nasce dal senso di responsabilità, dalla coerenza tra parole e azioni, dalla capacità di proteggere senza compromettere etica, rispetto e dignità. Essere la forza che unisce significa proteggere in tutti i sensi del termine: esserci dove c’è bisogno, sostenere le comunità, garantire sicurezza e soccorso con competenza e dedizione. Significa custodire la memoria dei nostri Caduti. Ricordarli non come un atto simbolico, ma come fondamento dell’identità della Difesa e della Repubblica».
Portolano: «Militari ambasciatori di pace ma pronti a difendere»
Nel suo intervento al porto di Ancona il generale Luciano Portolano, Capo di Stato Maggiore della Difesa ha ricordato che «i militari sono ambasciatori di un’Italia che crede e agisce per la pace ma sa essere pronta a difendere la sua libertà, sicurezza, i suoi interessi militari e strategici e concorrere alla stabilità internazionale».«Tutti gli italiani – ha sottolineato il Capo di Stato maggiore – potranno sempre contare su chi serve la Patria, sempre, 365 giorni l’anno». «A testimoniare questa dimensione pro-attiva e cooperativa delle nostre Forze Armate, sono oggi i circa 7.700 militari impiegati fuori dal territorio nazionale, in 40 missioni e operazioni, dal Nord Europa al Sub-Sahara, dal fianco est dell’Alleanza ai Balcani, dal Mediterraneo all’Oceano Indiano – ha continuato Portolano -. All’Ucraina, forniamo assistenza umanitaria, supporto logistico e addestramento. Nel Medio Oriente e nel Corno d’Africa, svolgiamo, tra le altre, attività di addestramento, assistenza, supporto e di protezione delle rotte marittime, nel pieno rispetto dei principi di imparzialità e del diritto internazionale. Nella Striscia di Gaza, il nostro sostegno alla popolazione civile si concretizza in evacuazioni di feriti, aviolanci di beni essenziali e trasferimenti sanitari… Mentre, da tempo, i nostri Carabinieri, in Cisgiordania, addestrano le forze di polizia palestinesi, operano presso il Valico di Rafah e svolgono funzioni di coordinamento presso l’Office for Security Coordinator for Israel and the Palestinian Authority, in Israele, dove si è recentemente schierato anche altro personale della Difesa, con compiti di collegamento nell’ambito del Civil Military Coordination Centre, a guida statunitense». Un passaggio dell’intervento è stato infine sul rafforzamento del pilastro europeo della Nato, che Portolano ha definito «cruciale, e l’Italia, grazie alla sua posizione strategica e alla credibilità internazionale delle sue Forze Armate, potrà assumere un ruolo da protagonista».
Fonte: Il Sole 24 Ore