41-bis, sì all’incontro del boss con una donna se è nata una relazione

41-bis, sì all’incontro del boss con una donna se è nata una relazione

Non può essere vietato, in nome del diritto all’affettività, il colloquio visivo del boss di mafia detenuto al 41-bis, con una donna con la quale, dopo uno scambio epistolare, durato circa 17 anni, si è instaurata una relazione sentimentale. E questo malgrado l’ordinamento penitenziario, per quanto riguarda il regime speciale differenziato, vieti espressamente (comma 2, articolo 41-bis) i colloqui del detenuto sottoposto al cosiddetto carcere duro, con persone diverse dai familiari, salvo casi eccezionale individuati di volta in volta dal direttore dell’istituto di pena.

La Cassazione ha così respinto il ricorso del ministero della Giustizia contro l’ordinanza con la quale il Tribunale di sorveglianza aveva accolto il reclamo presentato da un boss della mafia – ristretto al 41-bis da oltre 25 anni e in carcere dal 1993 – per cancellare il no del direttore a un colloquio in presenza con una donna amica di “penna” dal 2008: una relazione epistolare che si era trasformata in una liaison sentimentale.

Il diritto all’affettività anche nel carcere duro

Per la Suprema corte, infatti, il colloquio richiesto dal detenuto, al pari degli incontri con i familiari, pur nella sua eccezionalità rientra nei diritti soggettivi del detenuto, nello specifico all’affettività. Per i giudici di legittimità, dunque, il diniego doveva essere motivato dopo aver bilanciato «le esigenze di affettività del soggetto ristretto e quelle di sicurezza pubblica, le quali, laddove ritenute prevalenti, non consentono di soddisfare tale diritto».

Nel caso esaminato, i giudici avevano verificato che la donna era lontana dagli ambienti della criminalità organizzata ed escluso che l’unico precedente a suo carico, così come il suo attivismo in favore dei detenuti – visto che teneva la corrispondenza anche con un altro boss recluso al 41-bis – fossero tali da rappresentare un pericolo per la sicurezza, come affermato anche dalla direzione distrettuale antimafia e come evidenziato anche dallo studio della corrispondenza tra i due, durata anni.

Fonte: Il Sole 24 Ore