7 ottobre 2023, la data che ha sconvolto il futuro di due popoli

7 ottobre 2023, la data che ha sconvolto il futuro di due popoli

TEL AVIV

C’è un silenzio irreale in Israele. Si tiene il fiato sospeso aspettando cosa accadrà in questa giornata in cui coincidono la festa di Sukkot, l’anniversario del 7 ottobre e l’inizio delle trattative per una tregua in Egitto. Anche a Gaza si sta con il fiato sospeso, sperando che sia davvero finita. La guerra che ha cambiato Gaza, Israele e una parte del Medioriente potrebbe essere arrivata a una svolta dopo ventiquattro mesi di buio. Il piano del presidente Trump fa sperare per la prima volta concretamente in un cessate il fuoco. Dal massacro compiuto da Hamas nei kibbutz e al Nova Festival sono passati due anni. Da allora quasi tutti i circa due milioni di residenti della Striscia sono stati costretti ad abbandonare le proprie case, alcuni più volte, per sfuggire ai bombardamenti israeliani. I morti sono oltre 67 mila. Nella densamente popolata Gaza City le fotografie satellitari mostrano interi isolati di edifici rasi al suolo. Ad agosto, l’Onu ha concluso che a Gaza 1 persona su 3 è rimasta senza cibo per giorni interi.

Da allora molto è cambiato non solo in Israele e Gaza, ma nell’intera regione: Hamas è fortemente indebolita e così anche Hezbollah, le ripercussioni della guerra hanno contribuito alla caduta del regime in Siria e a una battuta d’arresto nel programma nucleare in Iran. È poi sempre più evidente l’isolamento di Israele per quello che viene considerato da molti Paesi, anche alleati, un uso sproporzionato della forza. Lo si è visto plasticamente quando il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha partecipato a New York alla riunione annuale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre e moltissimi delegati sono usciti lasciandolo solo.

Riavvolgendo il nastro degli eventi bisogna tornare a quel 7 di ottobre 2023: erano le 6.30, l’alba di shabbat e della festività ebraica di Simchat Torah, quando tremila terroristi di Hamas e Jihad islamica entrarono da Gaza nel sud di Israele piombando nei kibbutz, nelle città di confine, al festival Nova uccidendo, bruciando, facendo a pezzi, stuprando. Circa 1.300 persone vennero uccise, altre 250 rapite e portate a Gaza.

Fonte: Il Sole 24 Ore