A Firenze nell’ex Collegio alla Querce ora c’è un sofisticato cinque stelle

A Firenze nell’ex Collegio alla Querce ora c’è un sofisticato cinque stelle

Rappresentando il 13% del nostro pil, il turismo in Italia è ormai un motore economico sine qua non. E anche se siamo solo al quinto posto tra i Paesi più visitati al mondo, siamo al primo come meta desiderata dai viaggiatori, quelli alto spendenti specialmente. E il boom di aperture di cinque stelle lusso è in linea con la tendenza. Sulle Dolomiti, nelle splendide campagne, sulle coste. E nelle città: Roma, Venezia, Milano e naturalmente Firenze, dove in pochi mesi hanno inaugurato The James, il W e il Collegio alla Querce.

Dove c’era un scrittoio si gusta un drink

Avete letto bene, Collegio alla Querce, non alla quercia, non alle querce. Collegio perché fino al 2005 era la scuola privata delle famiglie bene fiorentine – l’hanno frequentata anche i Ferragamo, la figlia di Emilio Pucci e quelli di Stefano Ricci. La quercia invece è nello stemma, perché dicono che sotto un albero del suo giardino fosse apparsa la Madonna. Nel 2017 l’istituto è stato comprato da Antalij Singh, imprenditore indiano che ha già alcuni alberghi nelle Winelands del Sudafrica (Leeu Collection) e affari in Italia con i fratelli Alajmo, 3 stelle Michelin. Ci sono voluti cinque anni, dal 2020 alla primavera del 2025, per trasformarlo in un hotel di superlusso, senza stravolgere l’atmosfera originale, anzi conservando alcuni ambienti intatti come la presidenza con i ritratti dei “principi degli studi” (gli allievi più bravi) e il pavimento in marmo con la quercia intarsiata. Al posto della scrivania, ora c’è il bar. Un po’ dissacratorio, ma un Negroni e un dj set suonano meglio di una convocazione dal direttore. Le vecchie scuole dell’alta borghesia, con gli ampi androni, le aule magne e i soffitti altissimi, si prestano a diventare alberghi di lusso. Questa in particolare era nata come villa signorile, poi nel 1868 fu trasformata in un collegio gestito dai padri Barnabiti. E ora i suoi ambienti, meticolosamente restaurati, ospitano 83 camere (di cui 34 suite) affacciate sul Duomo di Firenze, sulle colline e sui giardini che portano alla piscina e alla pizzeria al confine con l’uliveto.

Restauro ad arte e cucina in primo piano

 Lo studio spagnolo Esteva i Esteva per gli esterni e Archflorence per gli interni hanno fatto un lavoro straordinario, aggiungendo alla base già nobile materiali e dettagli contemporanei ricercati. Dalla carta da parati in rilievo della cigar room agli intarsi in marmi e legni preziosi, ai travertini mescolati alle zelige colorate dei bagni. L’anima di questi grandi spazi sono poi i libri d’arte, i pezzi di artigianato toscano, le oltre 200 opere della collezione di Singh, gli affreschi, i caminetti e le fontane che sono lì da sempre. Insomma nella trasformazione ha guadagnato un’eleganza che pochi altri hotel possono vantare. E a proposito di vanto, c’è anche la cucina. Il nome Nicola Zamperetti magari non dice molto, ma il suo cv sì: al fianco di Ciccio Sultano, il nostro chef siciliano due stelle Michelin, ha aperto il ristorante Giano al W Rome e gestito Pastamara al Ritz Carlton di Vienna, due insegne di grande successo. Ora, da solo, per il ristorante La Gamella, ha pensato a un menù di puro comfort. Lo leggi e vorresti tutto: plin del Mugello, rombo alla mugnaia, torta sotto-sopra da leccarsi le dita fino all’ultima briciola anche se sazi. E non sarà un caso che il ristorante con il suo bel dehors davanti a un roseto, è pieno di fiorentini che vanno a curiosare nel nuovo hotel della città con l’ottima scusa di mangiare bene. La colazione ribadisce: dolci e salati self service e, dalla carta, uovo della nonna, estratto antiage, pancake di ricotta, pane prosciutto e tomino. Due giorni ci vogliono tutti per assaggiare qua e là. Ci sono una cappella e un teatro, dove si organizzano eventi privati, ma anche spettacoli e concerti aperti al pubblico, e, su prenotazione, le meditazioni accompagnate da un soprano che canta arie d’opera. Quest’ultimo fa parte del programma della spa, insieme a lezioni di yoga, pilates e sound bath e ai trattamenti con cosmetici siciliani a base di olio d’oliva. Collegio alla Querce è gestito da Auberge, una compagnia con 26 hotel, di cui 5 in Europa. In un mondo dove l’ospitalità di lusso tende alla via facile del copy/paste, il Collegio si distingue. E anche se nei prossimi mesi sono attese altre importanti inaugurazioni a cinque stelle, possiamo già dire che questa è una delle migliori aperture italiane del 2025.

Fonte: Il Sole 24 Ore