
A Roma 200 accordi per la ricostruzione dell’Ucraina, l’Italia guarda a Odessa
L’idea è quella di replicare con l’Ucraina, una volta terminata la guerra e avviata la fase della ricostruzione, il piano Marshall, il programma di aiuti economici promosso dagli Stati Uniti per la ricostruzione dell’Europa dopo la Seconda guerra mondiale. Difesa, gas naturale liquefatto, sostegno all’export: sono alcune delle materie al centro dei circa duecento accordi – quaranta solo italiani – siglati alla Conferenza per la ripresa dell’Ucraina, per un valore attorno ai 10 miliardi di euro. E investimenti equivalenti per la ricostruzione potranno essere sbloccati con garanzie e sovvenzioni previste dallo “European Flagship Fund for the Reconstruction of Ukraine”, annunciato da Ursula von der Leyen, la cui istituzione è al centro della dichiarazione di intenti firmata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani con la commissaria Ue per l’Allargamento Marta Kos. Sostenuto dalla Commissione europea – tramite la Bei – e da Francia, Germania, Italia e Polonia, «il più grande fondo di partecipazione azionaria a livello mondiale a sostegno della ricostruzione», ha rimarcato von der Leyen.
Italia in prima fila per la ricostruzione di Odessa
L’Italia ha assunto il patronato di Odessa e ne restaurerà il patrimonio culturale, la cattedrale della Trasfigurazione, la Filarmonica, il museo delle belle arti. Sempre la regione di Odessa è interessata da un accordo su un progetto per l’uso efficiente delle risorse idriche, e Kiev incassa anche la dichiarazione di intenti a tre, con Italia e Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, per un finanziamento aggiuntivo del progetto “Home”, che sostiene il meccanismo istituito dal governo ucraino per risarcire i proprietari di abitazioni distrutte dalla guerra.
La cooperazione tra le industrie della difesa
Un’altra dichiarazione di intenti riguarda la sicurezza cibernetica dell’Ucraina. Meloni ha spiegato di aver parlato con Volodymyr Zelensky anche di «cooperazione tra le nostre industrie della difesa». Leonardo, Enav e Ukrainian State Air Traffic Services Enterprise hanno firmato un Memorandum di Cooperazione su un’iniziativa congiunta per ripristinare e potenziare l’infrastruttura di navigazione aerea civile di Kiev.
La partita del gas
Consolidare la sinergia tra i mercati del gas ucraino e italiano è invece l’obiettivo del memorandum di cooperazione fra Snam e Gas Transmission System Operator of Ukraine. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato che il Mef «intende partecipare a un accordo con l’Ucraina per l’ammontare di 50 milioni di euro» per «l’acquisto di beni e servizi ritenuti essenziali alla ricostruzione», e di «contribuire con 100 milioni al programma Economic Resilience Action, da parte del gruppo Banca Mondiale».
Gli strumenti a sostegno delle aziende italiane
A sostegno dell’impegno delle imprese italiane sono stati lanciati strumenti specifici: Simest attiverà un plafond di 300 milioni per il credito alle esportazioni, a valere sul fondo dedicato della Farnesina. Cdp, Sace e Simest hanno firmato un Memorandum d’intesa con il Ministero dell’economia ucraino per cooperare sullo sviluppo dell’economia di Kiev. Inoltre sale a 150 milioni di euro, fra crediti di aiuto e fondi a dono, lo stanziamento della Cooperazione Italiana per iniziative in Ucraina, con focus su energia, infrastrutture critiche, salute, riabilitazione abitativa delle persone vulnerabili, sviluppo rurale e sminamento. Sace ha anche siglato un’intesa con il Fondo europeo per gli investimenti (del Gruppo Bei) nell’ambito dell’InvestEU Export Credit Pilot Initiative, per incentivare contratti di export delle imprese italiane verso l’Ucraina attraverso garanzie e controgaranzie fornite da Sace e Fei; e un memorandum di intesa con Ukreximbank per sviluppare opportunità di interesse comune, con un focus su agroindustria, meccanica avanzata, industria chimica e trasporti.
Fonte: Il Sole 24 Ore