
Abbinamenti tra cibo e vino: ecco quelli impossibili, quelli difficili e quelli da sfatare
E ora sfatiamo un falso mito, di quelli alla Totò e Peppino al “Naitcleb”: lo Champagne sulle ostriche non è l’abbinamento ideale. Con buona pace del sentire comune, va molto meglio un Muscadet della Loira, così risparmiate un bel po’ di soldi ma anche un fastidioso sapore metallico sulla punta della lingua.
Quanto a sua maestà il tartufo bianco vale sempre la regola del vino bianco di buona struttura e non più di primo pelo; qualche anno sulle spalle di quella bottiglia renderà tutto molto più armonico e piacevole e se pensavate a un vino rosso vi siete sbagliati, ma non succede niente.
L’abbinamento faticoso che riguarda cioccolato e dintorni fa ufficialmente tribolare, quindi mi raccomando di legare solo vini fortificati o Rum. A quel punto dovrebbe scattare anche il sigaro, ma non voglio indurvi in tentazione. Comunque sia, sulla ciancia del cioccolato “inconciliabile”, occhio alle sorprese perché anche con un barolo chinato a me ha sempre dato grandi soddisfazioni.
Ma proseguiamo con la rassegna degli orrori con l’indicazione di evitare, per esempio, l’abbinamento dei formaggi stagionati col vino rosso corposo. Sono più performanti i sauternes, ma anche le vendemmie tardive.
Non va bene nemmeno il panettone con il Metodo Classico o con lo Champagne (molto meglio un Moscato d’Asti), ma le festività natalizie sono finite e sull’argomento ci rivediamo il prossimo anno.
Il gelato è una gara dura, soprattutto se alla frutta. I diversamente giovani, come la sottoscritta, ricorderanno lo “sgroppino” al limone a metà pasto con aggiunta – non a caso – di vodka e non di vino. Fatta la domanda dunque, diamoci la risposta.
Fonte: Il Sole 24 Ore