
Abiogen, un nuovo ad per rilanciare la crescita
Il gruppo farmaceutico Abiogen Pharma di Pisa, specializzato nella produzione di vitamina D, sarà guidato per la prima volta da un amministratore delegato esterno alla famiglia Di Martino, che ne è azionista. La scelta è caduta su Paolo Zambonardi, 65 anni, piemontese, laureato in Farmacia che vanta 35 anni di esperienza in aziende farmaceutiche italiane e multinazionali, da Merz Italia a Ferring Italia a Italfarmaco.
Zambonardi avrà il compito di rilanciare la crescita e rafforzare la governance di Abiogen in una fase in cui sono appena andati in pensione tre manager della prima linea e il mercato farmaceutico si presenta sempre più competitivo. «Con Zambonardi, che conosco da 25 anni, condividiamo valori, strumenti e obiettivi di sviluppo dei prossimi cinque anni», annuncia a Il Sole 24 Ore Massimo Di Martino, presidente del gruppo. «Operazioni come l’integrazione tra le due aziende che abbiamo acquisito negli ultimi anni in Germania e in Svizzera, la valutazione su nuovi asset o sull’ingresso diretto in nuovi Paesi, vanno affrontate con una marcia in più, con maggiore forza, esperienza e capacità operativa», aggiunge Di Martino.
Il piano di sviluppo di Abiogen prevede di toccare i 200 milioni di fatturato nei prossimi tre anni, salvaguardando e migliorando la marginalità che nel 2024 si è avvicinata al 30%, con ricavi a 165 milioni di euro. Nel 2025 l’obiettivo è superare i 170 milioni, anche se il mercato non è facile e il presidente segnala «un aumento delle complessità, anche a livello distributivo, che delineano un anno di transizione». Negli ultimi cinque anni, del resto, Abiogen ha dovuto fare i conti con prezzi dei farmaci in discesa e aumento dei costi di produzione, limitazioni alle prescrizioni fatte dai medici, restrizioni alla rimborsabilità della vitamina D, cambio del mix produttivo. «Ora l’obiettivo è ricominciare a crescere, anche per questo vogliamo rinforzare la squadra», sottolinea il presidente.
Abiogen al momento non esporta in Usa, e dunque non è toccata dai dazi americani, ma tra le direttrici di sviluppo c’è sempre l’export, che oggi vale intorno al 15%. «Stiamo valutando collaborazioni con i partner, vecchi e in via di selezione, per esportare altri nostri prodotti», spiega Di Martino che non esclude altre acquisizioni dopo quelle della svizzera EffRx Pharmaceuticals (farmaci per patologie muscoloscheletriche e rare) nel 2023 e della tedesca Altamedics a fine 2022, anche se al momento sul tavolo non ci sono dossier.
Intanto si avvicina l’aumento della capacità produttiva: tra pochi mesi sarà completata la costruzione del secondo reparto sterile con relativa linea produttiva, che entro fine 2026 dovrebbe ottenere l’autorizzazione all’attività. Si tratta di un investimento di circa 50 milioni di euro che permetterà ad Abiogen di produrre farmaci iniettabili anche per grandi clienti (l’attività da contoterzista oggi vale circa il 10% del fatturato).
Fonte: Il Sole 24 Ore