Abu Dhabi Art, un mix di gallerie locali e internazionali

Il prossimo dicembre gli Emirati Arabi Uniti festeggiano il “Golden Jubilee” ovvero il 50° anniversario dell’unificazione della nazione del Golfo. Installazioni luminose, pubblicità scintillanti celebrano l’anniversario e sono in bella mostra nelle autostrade oltre ad avvolgere i grattacieli della capitale Abu Dhabi che ha in programma di continuare ad investire nello sviluppo culturale dell’area e ridurre sempre di più la dipendenza dal petrolio. In questi giorni è stato, infatti, annunciato che saranno costruiti altri due nuovi musei oltre al Guggenheim Abu Dhabi, la cui costruzione è ancora in una situazione di stallo, e allo Zayed National Museum, quest’ultimo in fase di realizzazione destinato a racconare il patrimonio della nazione.

Il programma culturale

Il nuovo piano di sviluppo culturale è stato annunciato da Mohamed Khalifa Al Mubarak, presidente del Dipartimento della Cultura e del Turismo di Abu Dhabi (DCT), e il completamento dei lavori dei nuovi musei dovrebbe avvenire entro il 2025. Le risorse che Abu Dhabi destinerà agli investimenti in cultura saranno nell’ordine di 22 miliardi di Dh (6 miliardi di dollari) nei prossimi cinque anni. Insieme allo sviluppo immobiliare, l’emirato sta lavorando anche su un altro importante aspetto quello dell’accoglienza di artisti provenienti dalle altre aree regionali che, al momento, hanno difficoltà ad ottenere i visti di ingresso. È allo studio una sorta di “visto creativo” per favorire la permanenza di artisti nel paese per poter accedere al programma di residenze organizzate nell’area.

La fiera

In questi giorni nell’Emirato ha preso avvio il programma annuale dedicato alle arti visive che come ogni anno coincide con la fiera d’arte moderna e contemporanea Abu Dhabi Art (dal 17 al 21 novembre) giunta quest’anno alla 13ª edizione. Dopo un anno solo in modalità “virtuale”, la fiera torna in presenza e come successo per altre fiere, il numero dei visitatori internazionali è limitato per via delle restrizioni Covid, anche se i controlli che il paese ha messo in atto consentono di affrontare in modo sicuro il viaggio.
Le gallerie presenti sono 49 da 19 paesi di cui 14 new entry. La sezione Modern and Contemporary presenta 26 gallerie, mentre 21 gallerie hanno presentato solo o duo show come parte di Special Projects Sector. Come di consueto ad Abu Dhabi Art non c’è la frenesia iniziale per gli acquisti come avviene in altre fiere blasonate, ma tutto avviene con più calma e ad un ritmo più misurato.

L’esclusiva

Le prime ore sono riservate ai membri della famiglia reale emiratina e ai collezionisti regionali e, in generale, in questa prima fase vengono riservate alcune opere che solitamente saranno confermate nelle ore finali della fiera.Dal 2016 è sotto la direzione di Dyala Nusseibeh – figlia di Zaki Nusseibeh, il ministro di Stato degli Emirati Arabi Uniti e importante collezionista d’arte – che ha saputo ampliare l’offerta culturale facendo leva sulla dimensione local, ovvero sulla presenza delle gallerie locali e sulla possibilità, allo stesso tempo, di offrire alla comunità dei collezionisti dell’area anche una proposta internazionale, assicurata da una serie di gallerie che fedelmente tornano in fiera da più anni.

Le difficoltà legate all’emergenza sanitaria ha portato la fiera ad offrire diverse tipologie di stand in funzione della dimensione dello spazio e per questa edizione sono stati introdotti special project stand con un costo di 8.000 $ for 24 mq, mentre per favorire quelle gallerie che presentano artisti emergenti con livelli di prezzo di vendita molto più contenuti il costo dello stand scende a 3.000 $. Negli ultimi 15 anni è cresciuto nell’area il numero dei collezionisti favorito, soprattutto, dallo sviluppo dell’infrastruttura culturale, che ruota anche al Louvre Abu Dhabi. E non a caso Il neonato Friends of Abu Dhabi Art è stato lanciato con un gruppo inaugurale di oltre 40 appassionati d’arte che sosterranno l’iniziativa di Abu Dhabi Art “Beyond: Emerging Artists’, curata da Sam Bardaouil e Till Fellrath, fondatori di Art Reoriented, una piattaforma curatoriale multidisciplinare.

Fonte: Il Sole 24 Ore