Accademia, politica, salute: la parità è lontana

Accademia, politica, salute: la parità è lontana

Dall’azione delle Costituenti, le 21 elette il 2 giugno del ’46, alle questioni più recenti, ancora aperte, sul cammino della parità di genere: La Costituzione è donna, il volume collettaneo appena uscito da Carocci cui hanno contribuito diverse giuriste e giuristi, ha il merito di toccare tante tappe di un percorso ancora incompiuto.E forse il maggior interesse risiede proprio negli esiti più recenti, accanto allo spazio che viene dato alle nove democristiane, nove comuniste, due socialiste e una rappresentante dell’Uomo qualunque che sedettero in Assemblea (di cui finalmente in alcune pubblicazioni si parla). Senza di loro la nostra democrazia sarebbe stata diversa. Nel volume ci si sofferma, tra l’altro, sulla maternità surrogata, sulle norme relative alla violenza di genere, sulla diplomazia al femminile, sull’utilizzo del cognome materno. Si affronta il tema dell’ingresso delle donne in politica ricordando il principio della parità di accesso alle cariche elettive che ha prodotto le quote rosa in ambito comunale e regionale. E citando la successiva modifica dell’articolo 51 della Costituzione con cui è stata rafforzata l’idea che la Repubblica deve promuovere le pari opportunità tra donne e uomini per quel che riguarda gli uffici pubblici e le cariche elettive. Tuttavia nelle dinamiche elettorali il meccanismo delle quote è stato spesso aggirato favorendo l’elezione di uomini e tradendo così lo spirito della legge: come è evidente dai numeri, la parità è ancora una meta da raggiungere.Interessanti (e sconfortanti) le pagine sulle donne nelle Università, dove i progressi negli anni ci sono stati, certo, ma dove permane una situazione di disparità nei posti apicali (nel 2022 le docenti ordinarie erano pari al 26,94 per cento). Continuano infatti a pesare gli stereotipi e l’insufficienza di strumenti di welfare che – come in tanti ambiti professionali – pregiudicano la strada di chi vuole fare ricerca. Un gap che si associa ai noti problemi del sistema universitario, segnato da «logiche competitive e da una vischiosa cooptazione», osservano le autrici. Che non trascurano qualche dato incoraggiante, come quello del 55,6% femminile nelle nuove immatricolazioni, e quello delle laureate, superiore (57,3%) ai laureati negli ultimi anni.Il contributo dedicato all’uguaglianza nella tutela della salute, infine, approfondisce un tema ancora poco esplorato, eppure cruciale, perché le differenze biologiche e di genere influenzano l’insorgere delle malattie, l’individuazione delle cure, l’efficacia dei farmaci. In Italia la prima legge sulla medicina di genere risale solo al 2018.

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Anna Chimenti e Maria Natale (a cura di)
La Costituzione è donna. Le conquiste per la parità di genere dal 1946 a oggi
Introduzione di Giovanni Pitruzzella
Carocci, pagg. 164, € 19

Fonte: Il Sole 24 Ore