Accumulo di energia, così l’Italia mette in sicurezza le rinnovabili

Accumulo di energia, così l’Italia mette in sicurezza le rinnovabili

La produzione di energia rinnovabile come un naso che cattura l’ossigeno e lo convoglia verso i polmoni. La rete di accumulo come il sangue, che trasporta, conserva e distribuisce questa energia nel corpo. In un ciclo che permette all’energia di fluire senza interruzioni, e coprire tutta la domanda.

I sistemi di accumulo dell’energia sono un asset strategico per garantire sicurezza e flessibilità alla rete elettrica nazionale e accelerare la transizione energetica italiana. E sono essenziali per centrare l’obiettivo italiano di 131 GW di rinnovabili al 2030 contenuto nel Pniec (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima). Ecco perché è molto atteso il 30 settembre, giorno della prima asta di Terna per il Macse (mercato a termine degli stoccaggi), il meccanismo competitivo con cui il nostro operatore di sistema si approvvigionerà di 10 GWh di capacità di stoccaggio, da consegnare entro il 2028, e che in totale prevede di mettere in esercizio una capacità di 71 GWh e una potenza di oltre 9 GW entro il 2030, attraverso 17,7 miliardi di euro di sostegni.

L’importanza strategica dello storageè duplice, spiega Davide Chiaroni, vicepresidente di Energy & Strategy del Politecnico di Milano: «Da un lato consente di garantire affidabilità e flessibilità a una rete alimentata sempre più da fonti non programmabili; dall’altro contribuisce all’indipendenza energetica del Paese, riducendo la dipendenza da forniture estere di combustibili fossili e rafforzando la nostra sicurezza energetica per i prossimi decenni».

La fotografia del settore

Secondo i dati del Politecnico di Milano, a fine 2024 il nostro Paese contava oltre 700mila sistemi elettrochimici installati, corrispondenti a una potenza cumulativa di quasi 6 GW e una capacità superiore a 13 GWh. Il 2024 ha visto oltre 200mila nuove installazioni, con un aumento del 62% nella potenza e dell’85% nella capacità rispetto all’anno precedente. Secondo gli ultimi dati di Terna, al 30 giugno si registravano in Italia 16.411 MWh di capacità di accumulo (+69,3% rispetto allo spesso periodo del 2024), per circa 815mila sistemi di accumulo.

Fonte: Il Sole 24 Ore