Ad Alba capitale del tartufo per esperimenti di gusto, cultura e sostenibilità

Ad Alba capitale del tartufo per esperimenti di gusto, cultura e sostenibilità

Da questa settimana Alba torna a essere magnete per gli amanti del tartufo. Mai come quest’anno, però, la Fiera internazionale del tartufo bianco, giunta alla sua 95ma edizione e pronta ad accogliere oltre 600mila visitatori provenienti da 60 Paesi, allargherà il suo campo d’azione e d’interesse. A partire dal tema scelto: Rispetto. Una profonda cura e attenzione che si rivolge al passato ma vuole affrontare senza tentennamenti le numerose sfide del presente. «Il nostro obiettivo è guardare a un’orizzonte di valori e di contenuti per i prossimi 20 anni – spiega il nuovo presidente dell’ente Fiera, Axel Iberti – a partire dai temi più incombenti, come le emergenze del cambiamento climatico, cui intendiamo far fronte con interventi immediati, volti a preservare natura e ambiente tartufigeno». Si intensifica dunque la collaborazione con il Centro nazionale di studi sul tartufo, saranno destinate risorse all’attività di manutenzione dei boschi, si provvederà a nuove piantumazioni per creare un ambiente favorevole alla crescita del Tuber Magnatum Pico. Che, va ricordato, non è coltivabile.

Volano per un territorio

L’economia che gira intorno al tartufo è imponente. Un volano di sviluppo del territorio con un indotto certificato di oltre 42 milioni di euro nella sola provincia di Cuneo e un moltiplicatore pari a 55 euro per ogni euro investito. Ma non è solo turismo e commercio. La Fiera del tartufo bianco d’Alba, come ama dire Iberti, è ormai un grande broadcast culturale. Il programma delle iniziative – che spaziano dal folclore, all’arte all’enogastronomia – è fittissimo: dallo storico Palio degli asini alle sfilate in costume, il palinsesto si dipana in talk sulle “sostenibilità incrociate”, cene d’autore sul palco del Teatro Sociale “G. Busca”, taste lab al castello di Roddi e corsi di analisi sensoriali sul tartufo, la consueta Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba in collegamento con varie metropoli internazionali, che dal 1999 a oggi ha raccolto oltre 7 milioni per iniziative benefiche. «Quest’anno – annuncia il presidente – sarà anche siglato un importante accordo triennale con l’Unitar, l’ente di educazione e formazione delle Nazioni Unite, da cui emergeranno best practice su tematiche legate alla sostenibilità, che non è solo ambientale, ma anche sociale ed economica». E il 7 novembre l’Università del Gusto di Pollenzo ospiterà un seminario sul paesaggio di Rasmus Astrup, che con lo studio SLA di Copenhagen sta sviluppando città autosufficienti nei deserti dell’Arabia Saudita: «Sarà un’occasione per riflettere sul valore del paesaggio, della biodiversità e della responsabilità collettiva», commenta Iberti.

Gli eventi

E se quel “profumo” di tartufo non vi fa impazzire, ma siete preda della sindrome di Stendhal ogni volta che il vostro sguardo si posa sul pentagramma dei vigneti di Langa, potete dribblare la “cerca” al seguito di un trifulau doc in compagnia del suo fido tabui (il cane, venerato come un rabdomante di sicura efficacia) e infilarvi dietro al portale della Chiesa di San Domenico a Alba, dove va in scena “More than kids”, il terzo atto dell’esposizione di Valerio Berruti attualmente a Palazzo Reale a Milano. O andare a Dogliani, per vedere la mostra “Tutto ciò che tocchi cambia. Tutto ciò che cambi, ti cambia”, laboratorio “di pensiero e azione” sul tema fil rouge della Fiera, la sostenibilità. Il tartufo, in questo contesto, diventa simbolo di equilibrio, rispetto per la natura e connessione tra uomo e ambiente. In queste settimane verrà anche assegnato il premio “Dawn to Earth”, che andrà allo chef Enrico Crippa, del ristorante Piazza Duomo, che in tempi non sospetti, da vero precursore, iniziò a cucinare solo le verdure del suo orto biodinamico, dove crescono oltre 400 varietà di vegetali. Un impegno alla biodiversità rappresentato da creazioni come l’Insalata 21, 31, 41, a seconda del numero degli ingredienti, fiori e foglie, utilizzati.

Fonte: Il Sole 24 Ore