
Ad Arles il LUMA, scenografico grattacielo/scultura di Frank Gehry
Grazie alla sua posizione – nel cuore della Provenza Alpi/Costa Azzurra – la cittadina di Arles, gioiello fondato dai Romani sul fiume Rodano, conserva ancora il fascino e i colori di un tempo passato che ben si mescolano ed integrano con quelli del presente. Van Gogh visse qui a lungo (vi dipinse alcune delle sue opere più famose come I girasoli, La sedia e Le café la nuit) e percorrendo a piedi il centro storico, tra case dalle facciate scrostate, piazzette sempre affollate indipendentemente dalla stagione, scorci mozzafiato, negozietti, ristoranti tipici e monumenti in pietra bianca, come il suggestivo Anfiteatro Romano che tanto ricorda quello di Verona e il Colosseo – vi consigliamo di visitare LUMA Arles, lo scenografico grattacielo/scultura realizzato da Frank Gehry con la supervisione di Maja Hoffman, fondatrice e presidente esecutivo di LUMA Foundation e LUMA Arles.
David Armstrong
Più di dieci le mostre, tra quelle in corso e le nuove, tra cui quella dedicata a David Armstrong, a dir poco imperdibile, la storia, attraverso il suo lavoro fotografico, di un artista scomparso nel 2014, capace come pochi di aver immortalato in immagini intime ed essenziali (c’è Nan Goldin) una generazione e il suo approccio alla vita. Ad emergere è la sua estetica malinconica e la grande influenza sulla fotografia contemporanea rappresentando con il suo obiettivo libero e seduttore, uomini e donne senza bugie e senza filtri. Particolare davvero è People Planet Profit, la prima monografica in Francia di Peter Fischli – il suo modo unico di farci notare come il capitalismo influisca ogni giorno nelle nostre vite – Les Climats du Paysage dell’architetto/paesaggista Bas Smets, cui si devono, oltre al Parc des Ateliers di LUMA, anche quello di Notre-Dame a Parigi e di Anversa.
L’Espace Van Gogh
Spostandovi poi in Place Félix Rey, troverete L’Espace Van Gogh, l’ex ospedale principale di Arles (L’Hotel Dieu), dove quel visionario della pittura fu ricoverato tra il dicembre del 1888 e il maggio del 1889 dopo il taglio dell’orecchio. Le sale attorno al cortile, divenuto un suo celebre quadro, ospitano fino al 5 ottobre prossimo alcune delle mostre più interessanti di Les rencontres de la Photographie d’Arles, una manifestazione che da oltre cinquant’anni trasforma la città provenzale in una specie di laboratorio a cielo aperto per le immagini contemporanee. Colpiscono le foto in bianco e nero della newyorchese Erica Lennard in cui la nudità “è un invito il suo a sovvertire i codici della seduzione”, come spiega la curatrice Clara Bouveresse. Le monde de Louis Stettner (1922-2016), raccontato nell’omonima mostra curata a Virginie Chardin, è un pot-pourri emozionale del suo esser sempre stato un fotografo capace di immortalare la realtà quotidiana americana aggiungendovi la sua passione per gli ideali politici e sociali. Les Présages d’une lueur intérieure, titolo della mostra dell’americano Todd Hido (1968), presenta invece tutta una serie di opere grazie alle quali è riuscito a catturare dei momenti di bellezza possibile in paesaggi che spesso sono desolati, chiaro richiamo ai film di David Lynch. La realtà più vera l’ha raccontata al meglio – comprendendovi sempre il bene e il male – la fotografa siciliana Letizia Battaglia, omaggiata nell’affascinante Chapelle Saint-Martin du Méjan con la mostra Always in search of life, curata da Walter Guadagnini, direttore artistico di CAMERA, a Torino. Un progetto nato grazie alla collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia che porta nella cittadina francese 160 immagini, tra stampe originali e moderne, oltre a 20 documenti tra riviste e giornali della fotografa palermitana.
Fonte: Il Sole 24 Ore