
Ad Art-O-Rama si scommette sull’arte emergente
Per alcune gallerie d’arte contemporanea la stagione fieristica si è aperta in questi giorni in maniera soft. Nella cornice assolata di Marsiglia, dal 29 al 31 agosto, si è svolta la 19ª edizione di Art-O-Rama, una fiera di ricerca, dove scoprire nuovi talenti in un contesto intimo e rilassato, con pochi stand, ma tanta qualità.
L’assenza delle italiane
Hanno partecipato quest’anno 65 gallerie da 14 paesi. Diversamente dagli anni passati, non ci sono state italiane. “Onestamente, non so il perché di questa assenza” commenta Jérôme Pantalacci, direttore della manifestazione. “Abbiamo sempre avuto una buona connessione con l’Italia, come con la Spagna, due paesi equidistanti da Marsiglia, che rappresentano il nostro radicamento mediterraneo. Inoltre, accogliamo numerosi collezionisti italiani e anche un premio d’acquisto da una collezione di Napoli, quella di Francesco Taurisano”.
Strategie anti-crisi
In un momento difficile per le gallerie, Art-O-Rama rappresenta una fiera accessibile: gli stand per le gallerie con meno di sette anni di attività alle spalle costano 3.500 euro. Le altre pagano 4mila euro, mentre gli stand nella sezione Edition costano 1.600 euro. “La crisi, che è globale ed esiste in tutti i settori, non solo in quello dell’arte, si fa sentire” commenta Pantalacci. “In questi ultimi tre anni, si è registrato un rallentamento: le gallerie devono essere prudenti e limitano la loro partecipazione alle fiere. Forse noi siamo meno colpiti grazie alla nostra politica di prezzi bassi, che pesa meno sull’investimento delle gallerie. Credo che le gallerie più giovani, che hanno meno costi fissi, possano superare meglio il momento di difficoltà. Inoltre, lavorando con artisti emergenti, hanno prezzi più accessibili e vendono con più facilità”.
Prezzi e tendenze in fiera
I prezzi in fiera vanno in media da 2mila a 5mila euro per le opere d’arte e da 100 a mille euro per l’editoria. “Abbiamo avuto molte vendite fin dall’apertura” ha affermato Pantalacci. “Si nota che gli acquisti avvengono principalmente in fasce di prezzo piuttosto basse, ma comunque sostenibili per gli espositori considerata la loro spesa contenuta”. Difficile individuare un unico trend a livello di temi e stili: “abbiamo un equilibrio tra pratiche maximaliste e minimaliste” così Pantalacci. “C’è sempre una presenza significativa della pittura e anche del disegno, ma anche scultura e installazione con un uso sempre più marcato di tessili e sospensioni”.
Artisti da seguire
Un esempio nell’ambito del tessuto è il lavoro di Huaqian Zhang, artista cinese, classe 1997, che attraverso una pratica transdisciplinare combina design, scrittura, elettronica e tessuti. Nei lavori recenti, l’artista è partita da immagini microscopiche di fluidi corporei, per generare motivi realizzati a maglia con telai Jacquard modificati. Per la pittura, invece, si è fatta notale l’artista svizzero-kosovara Azize Ferizi, allo stand della galleria svizzera Windhager von Kaenel, che vive e lavora tra Ginevra e Parigi. La sua nuova serie di dipinti approfondisce il corpo frammentato come luogo di introspezione, sospeso in bilico tra figurazione e astrazione, percezione e rappresentazione. Negli ultimi anni ha già vinto diversi premi, come il Kiefer Hablitzel Göhner Art Prize (2022), il Theodore Stravinsky Prize (2021) e il Ducastel Prize (2020). Anche per Kristian Touborg, danese, classe 1987, presentato dalla cinese Vacancy alla sua prima partecipazione, la pittura è un dialogo tra astrazione e figurazione, esperienza virtuale e tattile data da stratificazione di tessuti stampati digitalmente e tele smantellate in collage con riferimenti storici e contemporanei. Partono, invece, da oggetti ordinari e trascurati della vita quotidiana i dipinti dell’ungherese Attila Bagi, classe 1991, presentato da Longtermhandstand di Budapest, che invita a riflettere sul potere poetico e trasformativo del quotidiano.
Fonte: Il Sole 24 Ore