
Ad Hong Kong il mercato è selettivo
Negli appuntamenti primaverili di Hong Kong delle tre case d’asta, Christie’s, Sotheby’s e Phillips è stata venduta arte per 1.169,81 milioni di HK$ (151,34 milioni di $ con il buyer’s premium) un controvalore all’interno delle stime pre-vendita (sempre senza commissioni). Secondo un’analisi dell’info-provider Heni il risultato ha evidenziato un calo del 33% rispetto ai volumi di arte venduta nelle aste del medesimo periodo del 2024. In dettaglio, sempre secondo questa analisi, Sotheby’s ha visto il suo fatturato totale scendere bruscamente a 47 milioni di dollari rispetto ai 99 milioni del 2024, con un calo del 52 per cento. Christie’s è andata meglio, con vendite totali pari a 100 milioni di dollari, rispetto ai 123 milioni del 2024, con un calo più misurato di quasi il 19 per cento.
Quest’anno Christie’s e Sotheby’s hanno spostato le loro principali vendite primaverili a marzo per farle coincidere con l’arrivo dei collezionisti VIP ad Hong Kong per l’edizione asiatica di Art Basel. Le vendite sono state dominate da artisti collaudati, piuttosto che da astri nascenti. Phillips, al contrario, ha battuto una sola vendita nella settimana di Art Basel e ha in programma due ulteriori vendite a maggio. I risultati dell’asta non sono stati confortanti in quanto il tasso di vendita è stato del 67% e 34 lotti non hanno trovato un acquirente.
Da un lato, il risultato ha confermato che l’approccio più selettivo nella valutazione delle opere mom sempre permette di ottenere risultati interessanti, premiando qualità e prestigio, dall’altro, è evidente il rallentamento del mercato asiatico in linea con un trend globale più ampio, che se pone delle sfide apre anche nuove opportunità in un panorama in continua evoluzione. A infondere un cauto ottimismo è anche lo status di porto franco di Hong Kong, che ha consentito finora di eludere i dazi imposti dall’amministrazione Trump alla Cina continentale, assegnando alla città il ruolo di hub strategico per il mercato dell’arte. Ecco in dettaglio i risultati.
I tre appuntamenti di Christie’s
La 20/21 Evening Sale di Christie’s del 28 marzo è stata trainata dal dipinto di Jean-Michel Basquiat, «Sabado por la Noche (Saturday Night)» (1984), coperto da una garanzia, passato in asta già cinque volte, è stato venduto a un collezionista asiatico per 14,48 milioni di $, il 18% in più della stima minima di 12 milioni di $. Nel complesso la vendita presentava 39 opere per un totale di 72 milioni di dollari (560 milioni di HKD), rispettando la stima pre-vendita, comprese tra 56,94 e 82,23 milioni di dollari, escluse le commissioni. Il tasso di vendita è stato del 91% dei 43 lotti che componevano il catalogo. Due opere sono state ritirate prima della vendita, tra cui la fotografia di Richard Avedon, «Dovima with Elephants, Evening dress by Dior, Cirque d’Hiver, Paris, 1955» (1979) che presentava una stima compresa tra 772.200 e 1,16 milioni di dollari. Le opere che presentavano una garanzia erano 11 e, oltre al dipinto di Basquiat, anche una “zucca” Pumpkin di Yahoi Kusama venduta per 39 milioni di HK$ (4,7 milioni di $) da una stima compresa tra 25-35 milioni di HK$.
Tra le opere non vendute un lavoro di Yayoi Kusama, «Untitled» (1970), stima da 1,54 a 2,32 milioni di $. Tra le performance più elevate quella realizzata dall’opera di Adrian Ghenie, «Untitled (After Henri Rousseau)» aggiudicata per 3 milioni di $, oltre due volte la stima bassa, ma si è distinto anche il risulto di «Reverie de Monsieur James» (1943) di René Magritte venduto per 6,1 milioni di dollari, una cifra vicina alla stima, mentre una performance migliore è stata registrata per «La Promenade au bord de la mer» (1892) di Renoir passata di mano per 4,5 milioni di dollari, oltre la stima massima di 3,6 milioni, e «La clairvoyance» sempre di Magritte venduto per 3,4 milioni di $, anche in questo caso oltre la stima 2,9 milioni di $, tutti i lavori erano coperti da garanzia. Tra gli artisti asiatici, una scultura dell’artista taiwanese Ju Ming è stata venduta per 1,6 milioni di dollari, più del doppio della stima di prevendita.
Fonte: Il Sole 24 Ore