Addio a Ezio Rivella, portò il Brunello al successo internazionale

Si è spento ieri sera all’età di 91 anni Ezio Rivella, astigiano (Asti 30 marzo 1933) enologo e grande manager del vino. Cavaliere del Lavoro, Ezio Rivella, nella sua lunga carriera ha ricoperto vari ruoli nel mondo del vino da presidente di Assoenologi a presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino a guida dell’Unione italiana vini.

Ma soprattutto è stato il manager che alla guida di Castello Banfi a partire dalla fine degli anni ’70 ha portato al successo internazionale il Brunello di Montalcino. Vino che fino ad allora era poco conosciuto al di fuori dei confini della Toscana.
Rivella fu infatti scelto dalla famiglia italoamericana Mariani per guidare Castello Banfi. I Mariani si erano distinti come importatori di vino italiano negli Usa e dopo aver fatto fortuna e aver aperto le porte del mercato Usa al vino made in Italy con soprattutto Frascati e Lambrusco a partire dagli anni 70 si misero alla ricerca di una produzione di fascia più alta per cominciare a diversificare sul piano della qualità l’offerta enologica per il pubblico americano.

Dopo tanto girovagare approdarono a Montalcino e decisero di puntare sul Brunello che fu individuato come un vino dal grande potenziale inespresso e che poteva incontrare un gusto internazionale che ormai si stava evolvendo. E per la guida di Castello Banfi (tra le principali etichette del Brunello con oltre 200 ettari di vigneti e un potenziale produttivo quasi senza eguali in quell’area) puntarono su Ezio Rivella, il primo enologo-manager in grado così di dare un contributo decisivo al successo del Brunello di Montalcino prima negli Usa e poi sui mercati internazionali diventando oggi un vero e proprio alfiere del made in Italy non solo agroalimentare.

La figura di Ezio Rivella è stata ricordata oggi anche dal presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, associazione che Rivella ha guidato per oltre un decennio dal 1975 al 1986. «Ezio Rivella – ha commentato Cotarella – è stato uno dei protagonisti assoluti dell’enologia italiana, in particolare negli anni ’70, ’80 e ’90 del secolo scorso, quando il nostro settore era ancora alla ricerca di un’identità e di una posizione. Se esiste l’enologia moderna ed evoluta, motivo principale del rinascimento dei vini italiani, lo dobbiamo in larga parte a Ezio, un autentico pioniere del mondo del vino. Capace di interpretare la professione con doti manageriali e imprenditoriali».

«La denominazione è come una bicicletta: se sopra non c’è un buon corridore non serve a nulla». Rivella è stato ricordato con le sue stesse parole dall’Unione italiana vini associazione che l’enologo ha guidato dal 2001 al 2004. “Ezio Rivella – ha commentato il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi – è stato molto più di un enologo per il mondo del vino. Da ricordare il suo pionieristico contributo alla promozione del vino italiano all’estero ma anche il suo impegno di tutela per le imprese e le denominazioni del nostro Paese. Un uomo che ha vissuto per il mondo del vino arrivando ad essere uno dei principali protagonisti della crescita del made in Italy enologico nel mondo».

Fonte: Il Sole 24 Ore