Addio a Giorgio Sganga, la storia al servizio della categoria

Addio a Giorgio Sganga, la storia al servizio della categoria

Giorgio Sganga, 82 anni, dottore commercialista, venuto a mancare nella notte di mercoledì nella sua città natale, Paola, è stato un protagonista della politica di categoria. Proveniva da una famiglia della borghesia impegnata nelle professioni, un privilegio in una terra, quella della provincia cosentina, che certo lo ha aiutato nella carriera. Eppure, passione politica, passione categoriale hanno spinto il suo impegno ben oltre il suo studio di dottore commercialista e ben oltre gli incarichi di responsabilità collegati al sapere e agli intrecci professionali. Carattere schietto e tenace, capace di tessere profonde relazioni si è impegnato nella politica di categoria certo come sbocco di ambizioni personali ma anche come possibilità di scrivere una storia professionale di opportunità collettive. È una dimensione che ben emerge in uno dei sui lasciti, «Una storia italiana», il libro-diario scritto nel 2023 in cui dà conto – anche con le testimonianze degli altri protagonisti della storia dei dottori commercialisti – dell’evoluzione della professione, delle scelte più importanti, come la vicenda dell’unificazione con i ragionieri. Una tappa, quella dell’unificazione dei due Albi, che al di là delle pressioni della Politica (per una volta, Politica) si è rivelata come capacità dei corpi professionali di andare incontro a un traguardo che rispondeva a logiche di razionalizzazione, ma anche a una prospettiva di sviluppo riformatore, che serviva alle professioni nell’Italia che doveva cambiare. Ed è proprio questo connubio – racconto, ricordi, protagonismo di Giorgio Sganga ma anche consapevolezza di dover innescare un processo per disegnare il futuro collettivo – che è la cifra del libro.

Dar conto degli incarichi e del cursus honorum di Giorgio Sganga rischia di circoscrivere la personalità e l’impegno in una serie di uffici, importanti ma che non trasmettono il ritratto dell’uomo. Tra l’altro, fondatore dell’Ordine di Paola, consigliere e tesoriere del Consiglio nazionale, presidente della Fondazione studi nazionale.

Giorgio Sganga – ed è l’eredità per gli amici con cui ha condiviso gli ultimi anni di passione per la politica professionale – si può conoscere, almeno in parte, nel legame con Claudio Siciliotti, ex presidente del Consiglio nazionale. Da alleato politico, Giorgio Sganga si tramutò nel suo avversario. I due si ritroveranno qualche anno dopo, al termine di una vicenda, anche giudiziaria, dolorosa e senza esclusione di colpi. L’ammissione delle rispettive responsabilità ha aperto all’avventura comune degli ultimi impegni pubblici, il «Caffè delle idee», un circolo di cultura di categoria. Siciliotti ieri ha testimoniato come: «una grande amicizia può fiorire anche da un conflitto, che per forza non si deve concludere con un vincitore e un vinto ma con il riconoscimento delle reciproche ragioni».

I funerali di Giorgio Sganga si svolgeranno giovedì 21 ottobre a Paola, nella chiesa del S.S. Rosario (alle 9,30 il corteo partirà dalla Casa funeraria in via San Rocco 67).

Fonte: Il Sole 24 Ore