Addio giocattoli di una volta, è già arrivato il tempo degli “IA Toys”
Arriverà il giorno in cui saranno le IA a sceglierci e non il contrario. Si avvicina il Natale e con esso lo spettro dei giocattoli “next-gen”, quelli con dentro l’intelligenza artificiale. Il dubbio è lecito e non come negazione del futuro ma per la necessità di dover fare molte più considerazioni sulle conseguenze di regalare un “IA toy”, come già lo chiamano oltreoceano, invece di un semplice, ma sempreverde, pupazzo senz’anima.
Per gli analisti di Future Marketing Insights, il mercato dei giocattoli intelligenti ha chiuso il 2024 con 2,2 miliardi di dollari con previsioni di crescita del 14% da qui al 2034. “Molte persone non comprendono ancora i vantaggi dei giocattoli intelligenti”, dicono, “con uno scetticismo dovuto in gran parte al timore di violazioni dei dati e della privacy”. Ed ecco che la percentuale di successo dipenderà quindi non tanto dal giocattolo in sé ma su come verrà preservata la riservatezza dei dati generati dal suo utilizzo.
Il peluche con dentro ChatGpt
Un esempio su tutti è Grok, concepito per dialogare con i bambini grazie all’integrazione dell’intelligenza artificiale. Questo prodotto segna il debutto della start-up Curio, con sede nella Silicon Valley, che ha scelto di implementare la tecnologia di OpenAI per dare vita a una nuova gamma di giocattoli interattivi. La scelta del nome Grok, che richiama l’IA di X, non è casuale: dietro il progetto c’è Claire Boucher, ex di Elon Musk e madre di suoi tre figli. Grok vuole essere anche un modo per diminuire la dipendenza dei bimbi dallo schermo di uno smartphone o un tablet. Lo fa dietro un progetto troppo fumoso dal punto di vista della sicurezza delle informazioni condivise. Basti pensare che c’è chi, tra coloro che lo hanno comprato, ha rimosso la parte interna contenente chip, cassa e microfono. A quel punto, era meglio un vero peluche.
Il robot STEM
il WowWee MiP è un robot giocattolo interattivo e multifunzione, noto soprattutto per la sua capacità di autobilanciarsi su due ruote grazie a giroscopi interni e a un sistema a pendolo unico. La sua interazione principale avviene attraverso la tecnologia Gesture Sense, che gli permette di rispondere ai movimenti e agli swipe della mano, consentendo all’utente di controllarlo in diverse direzioni senza la necessità di un telecomando. Comunica attraverso la sua lingua inventata (“MiPish”) e offre sette diverse modalità di gioco selezionabili ruotando una delle sue ruote, con il colore del LED sul petto che indica la modalità attiva, come il gioco dell’equilibrio o quello della danza. Si possono inoltre espandere le sue funzionalità scaricando un’app gratuita per smartphone che abilita il controllo remoto. Le versioni più recenti, come il MiP Coder o MiP Arcade, offrono la possibilità di programmare sequenze di movimenti. Questa funzione è un’introduzione didattica al concetto di intelligenza artificiale, per dare modo agli utenti di “istruire” il robot a comportarsi come si vuole.
Un po’ webcam, un po’ giocattolo
Dalla Cina arriva Ebo Air S2, il seguito di una fortunata serie di prodotti di Enabot. Concepito un po’ come webcam che si muove per casa su due ruote e un po’ come giocattolo intelligente, può abilitare una speciale “skill” per farlo conversare con Alexa e ChatGpt. In quest’ultimo caso, l’utilizzo è praticamente lo stesso delle chat vocali con l’IA che usiamo sullo smartphone, con la differenza che qui il robot ci parla e ci segue per casa, proprio come un vero compagno domestico. A inquietare è la presenza della telecamera frontale, necessaria per l’uso come webcam, che combinata agli algoritmi di intelligenza artificiale, potrebbe davvero mettere a rischio la privacy di chi si trova intorno. A completare il quadro la consapevolezza di una compagnia con sede a Shenzen e quindi di una non sempre trasparente manipolazione dei dati acquisiti.
Fonte: Il Sole 24 Ore