Adriatic Lng al rush finale per l’aumento della capacità

Adriatic Lng al rush finale per l’aumento della capacità

Adriatic Lng, la società che gestisce il più grande terminale di rigassificazione italiano, situato al largo delle coste di Porto Viro, in provincia di Rovigo, punta a concludere entro fine anno i lavori necessari per incrementare la capacità di rigassificazione, già allocata per i prossimi 20 anni, da 9 a 9,5 miliardi di cubi annui costanti che saranno disponibili dal primo trimestre del 2026. E intanto la società presieduta da Massimo Derchi e guidata da Alexandra Thomas ha acceso i motori per offrire sul mercato la capacità di rigassificazione disponibile nel periodo compreso tra gennaio 2029 e dicembre 2050 con gli operatori che potranno richiedere, entro venerdì prossimo, di accreditarsi per partecipare alla fase vincolante con inizio il 17 settembre e chiusura il 3 ottobre.

Balena: la sfida è continuare a garantire al Paese un flusso costante di energia

Un doppio snodo che conferma il ruolo sempre più strategico del terminale per la sicurezza energetica tanto più alla luce del mutato scenario geopolitico che costringe l’Europa, Italia inclusa, ad accelerare i piani per diversificare le fonti di approvvigionamento nell’ambito dei quali sta via via aumentando il peso del Gnl (il gas naturale liquefatto) e l’apporto assicurato da infrastrutture come il rigassificatore di Rovigo. «La nostra sfida è quella di continuare a garantire al Paese un flusso costante di energia, mantenendo l’elevata affidabilità che da sempre caratterizza il nostro impianto – spiega a Il Sole 24 Ore il direttore delle Relazioni esterne di Adriatic Lng, Alfredo Balena -. In questo percorso, l’aumento di capacità da 9 a 9,5 miliardi di metri cubi annui costanti ci permetterà di gestire con maggiore flessibilità un’infrastruttura che, ricordiamo, già oggi vanta uno dei tassi di utilizzo più alti a livello europeo e che ha allocato tutta la capacità disponibile fino al 2034».

La terza fonte di ingresso per l’import di gas

Con una capacità di rigassificazione massima autorizzata di 10,4 miliardi di metri cubi annui, corrispondenti a circa il 15% dell’attuale domanda nazionale di gas – di cui 9,5 miliardi di metri cubi l’anno di capacità costante e 900 milioni di metri cubi annui di capacità non costante -, Adriatic Lng costituisce al momento la terza fonte di ingresso per le importazioni di gas dopo i gasdotti provenienti da Algeria e Azerbaijan, come documentano anche i dati del primo semestre, secondo i quali i volumi rigassificati e immessi in rete dal terminale hanno rappresentato il 44% delle importazioni nazionali di Gnl (circa 10,3 miliardi, +35% circa rispetto al semestre dell’anno precedente), mentre sono state 39 le navi metaniere accolte e provenienti da Stati Uniti e Qatar (1.170, invece, quelle approdate a Rovigo dall’avvio delle attività operative nel 2009 a oggi con 105 miliardi di metri cubi di gas immesso complessivamente nella rete nazionale di trasporto del gas).

Il manager: il terminale pilastro essenziale per la sicurezza energetica

«Possiamo quindi guardare con fiducia al futuro – prosegue Balena -, forti di risultati operativi che anno dopo anno testimoniano l’eccellenza del nostro terminale, nonché del ruolo sempre più centrale che sta ricoprendo il Gnl, oggi pilastro essenziale per la sicurezza energetica nazionale ed europea. Un quadro che vede quindi il contributo di Adriatic Lng ancora più strategico: in questa direzione si inserisce l’open season che abbiamo lanciato pochi giorni fa, che mette a disposizione del mercato capacità di rigassificazione fino al 2050, per un totale di 140 miliardi di metri cubi».

Fonte: Il Sole 24 Ore