Affitti brevi, cresce il carico di imposte su mezzo milione di case

Affitti brevi, cresce il carico di imposte su mezzo milione di case

Un aggravio di 5 punti per i redditi derivati da tutte le locazioni brevi. Circa mezzo milione di case vacanze e bed and breakfast, dal primo gennaio del 2026, saranno colpite da un’extra tassazione molto importante, passando dal 21 al 26% di aliquota. Un carico aggiuntivo che, peraltro, scatterà in modo immediato, dal momento che il disegno di legge di Bilancio interviene anche, incrementandone il peso, sul sistema della ritenuta d’acconto operata dai grandi portali online. Un carico extra che, comunque, ha molte chance di saltare in Parlamento, stando alle prima voci che arrivano dalla maggioranza. Una soluzione di compromesso potrebbe essere quella di portare al 26 solo l’aliquota per le ritenute.

La stangata sugli affitti brevi, inserita all’articolo 7 del Ddl di Bilancio, torna a riscrivere una norma sulla quale il Governo Meloni era già intervenuto due manovre fa. Cancellando una parte dell’articolo 4 del Dl 50/2017, resta in vita solo il passaggio in base al quale «ai redditi derivanti dai contratti di locazione breve si applicano le disposizioni dell’articolo 3 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, con l’aliquota del 26 per cento in caso di opzione per l’imposta sostitutiva nella forma dellacedolare secca». Quindi, imposta al 26% in tutti i casi; salta l’eccezione, introdotta dall’esecutivo due anni fa, in base alla quale l’aliquota del 26% «è ridotta al 21 per cento per i redditi derivanti dai contratti di locazione breve relativi a una unità immobiliare individuata dal contribuente in sede di dichiarazione dei redditi».

In altre parole, oggi i contribuenti possono optare, all’interno della dichiarazione, per uno sconto su un immobile dato in affitto. Per chi (la stragrande maggioranza) affitta un solo immobile, l’aliquota al 21% copre tutti i redditi. Per chi affitta almeno due immobili, dal secondo in poi si passa al 26 per cento. Dai cinque immobili in su, invece, l’attività viene esercitata in forma imprenditoriale e non accede al regime della cedolare. Saltata questa salvaguardia, la cedolare sarà solo al 26.

Gli immobili coinvolti

Ma quanti immobili ricadono in questa stretta? Secondo i dati di Aigab, l’associazione italiana gestori di affitti brevi, attualmente gli appartamenti effettivamente presenti online, sulle diverse piattaforme, sono 502mila. Sono quasi tutti appartamenti con un solo proprietario, che affitta la sua seconda casa.

Fonte: Il Sole 24 Ore