Affitto, fondi 2026 ancora insufficienti ad aiutare le famiglie in difficoltà

Affitto, fondi 2026 ancora insufficienti ad aiutare le famiglie in difficoltà

L’andamento del numero di sfratti è il segno della gravità della condizione abitativa per un numero crescente di famiglie. Si registra però una pigrizia nell’affrontare la situazione, come conferma anche la manovra di Bilancio 2026. A meno di cambiamenti in Parlamento, l’unico nuovo stanziamento che si troverà nel bilancio statale è quello di 20 milioni di euro, a partire dal prossimo anno, per un sostegno economico ai genitori separati o divorziati che hanno dovuto abbandonare l’abitazione familiare. Ipotizzando un contributo di 300 euro mensili, si aiuterebbe a pagare l’affitto 5.500 padri separati: la cifra esatta dovrà essere stabilita con decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, per la cui emanazione non è indicato alcun termine.

I Fondi

Per il resto, continuano a essere insufficienti o a mancare i finanziamenti degli strumenti che potrebbero contribuire a ridurre le difficoltà delle famiglie a restare nelle case in cui abitano e a fare tornare i conti, tra stipendi e salari da un lato, e affitti e rate dei mutui dall’altro. Senza incrementi della dotazione, il prossimo anno il Fondo per la morosità incolpevole potrà ripartire tra le Regioni i 25 milioni di euro stanziati dalla legge di Bilancio 2025 (legge 207/2024, articolo 1, comma 118). Se si erogasse il contributo massimo previsto di 8mila euro, potrebbe essere evitato lo sfratto per morosità a poco più di 3.100 famiglie (con Isee fino 26mila euro) che hanno smesso di pagare il canone per un’involontaria perdita o riduzione del loro reddito. Invece, a favore dei nuclei familiari per i quali i canoni di locazione, regolarmente pagati, pesano troppo sul portafogli, non è previsto alcun aiuto: il cosiddetto Fondo sociale per l’affitto anche per il prossimo anno resterà all’asciutto.

Governo, Regioni e Comuni

Lo scorso agosto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva annunciato la preparazione di un grande Piano casa per consentire alle giovani coppie di prendere in locazione un’abitazione a canone calmierato. Ma si resta ancora in attesa. Con il rischio che questa si prolunghi fino al 2028, che è il primo anno in cui sarà possibile iniziare a impegnare una quota dei 550 milioni di euro del Piano casa Italia previsto dalla legge di Bilancio 2025. Nel frattempo gli interventi per fronteggiare l’emergenza e il disagio abitativo sono affidati a Comuni e Regioni, che in assenza di finanziamenti statali e propri ricorrono alle banche. Come farà l’Emilia Romagna: entro il prossimo 25 novembre, i Comuni potranno inviare agli uffici regionali le liste delle case popolari sfitte, per il cui recupero non hanno risorse sufficienti. Sarà la Regione a fornire queste risorse, facendo un mutuo da ammortizzare con i canoni calmierati pagati degli inquilini. Nulla garantisce, tuttavia, che negli alloggi recuperati abiteranno le famiglie che sono nelle liste d’attesa, anche lunghe, per l’assegnazione di una casa popolare.

Fonte: Il Sole 24 Ore