
Agritech, per la prima volta frenano gli investimenti
«Nel 2024, abbiamo assistito ad un rallentamento del mercato dovuto perlopiù ad un calo negli investimenti in macchinari agricoli, anche se è significativo osservare una crescita delle soluzioni software – spiega il condirettore (con Chiara Corbo) dell’Osservatorio Smart Agrifood, Andrea Bacchetti -. È ormai evidente che la sfida della digitalizzazione delle filiere agroalimentari passa in primis dal settore primario, con un ruolo importante di consorzi, cooperative e aziende della trasformazione. Le aziende “capo-filiera” dovranno infatti guidare le varie realtà della produzione agricola nell’adozione di soluzioni digitali, attraverso incentivi e valorizzazione della qualità delle produzioni realizzate».
«Il cambiamento climatico – ha aggiunto la condirettrice, Chiara Corbo – rimane in cima alle principali preoccupazioni degli stakeholder del settore agroalimentare italiano, seguito dalla volatilità dei prezzi, dalla bassa redditività dell’agricoltura e dallo stato dei suoli e della biodiversità. In uno scenario così articolato, l’innovazione digitale si conferma strumento chiave di resilienza e sostenibilità. Le analisi di casi di applicazione in campo di soluzioni digitali in diversi Paesi europei evidenziano chiari benefici per gli agricoltori in termini di sostenibilità. Ad esempio, se l’utilizzo di Dss (sistemi di supporto delle decisioni) sul grano duro in Turchia ha consentito di diminuire del 35% l’azoto apportato alla coltura e incrementarne la resa del 6%. In Italia, invece, sul pomodoro da industria è stato ottenuto un beneficio netto di 400 euro per ettaro, frutto di un aumento di resa e di un risparmio di input agronomici».
Mancano le competenze interne
Da un’analisi più approfondita emerge inoltre che il processo di digitalizzazione è stato rallentato soprattutto da due fattori: la scarsa interoperabilità delle soluzioni e la carenza di competenze.
D’altro canto, è invece crescente il livello di consapevolezza da parte delle aziende dei benefici (a tutto tondo e non solo in campo) legati alle tecnologie di Agricoltura 4.0. Tuttavia – secondo l’indagine dell’Osservatorio – solo l’8% delle aziende agricole è effettivamente “maturo” dal punto di vista digitale, mentre il 35% è “in cammino” e ben il 57% è in ritardo. Tra le aziende in ritardo, più del 90% è completamente fermo, cioè non ha ancora investito in soluzioni digitali e non è nemmeno sicuro di farlo nei prossimi anni.
Cresce il ruolo dell’Ai
Infine, uno specifico capitolo viene dedicato dall’Osservatorio Smart Agrifood all’intelligenza artificiale nel settore agroalimentare. È cresciuto il numero di startup che offrono soluzioni abilitate da Intelligenza Artificiale e Machine Learning (+24%), così come il numero di soluzioni di Agricoltura 4.0 presenti sul mercato italiano basate su tali tecnologie (circa 1/3 del totale delle nuove soluzioni proposte sul mercato nel 2024). In agricoltura l’AI viene sfruttata per la gestione delle attività in campo, la protezione delle colture e il controllo dei fattori di produzione (come agrofarmaci e acqua). Nella trasformazione, l’AI trova applicazione soprattutto nel monitorare e gestire la sostenibilità e la qualità dei prodotti.
Fonte: Il Sole 24 Ore